tag:blogger.com,1999:blog-64112914881351870622024-02-20T02:14:27.710+01:00STEFANO IL NERO - la cantina di Stefano Franceschi - wine blogger - Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.comBlogger241125tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-14395934112550526122012-10-04T14:00:00.000+02:002012-10-04T14:04:40.181+02:00IL COLLIO DEL RUSSIZ SUPERIORE <div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwa46Ld585UIpp5Zw3SBjh1vWLSLBHZaISHJ2ywzQmc9ymQWB-pfdPBn8vBiGcSUoHwXCdN3m9t_sQ4qqZstq1XOpM1-EUlaP974ArWpsjnsk_UBOPSUYzLmftFly_6yu1UN271yjznEU/s1600/RU_pinotgrigio_big.gif" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" mea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwa46Ld585UIpp5Zw3SBjh1vWLSLBHZaISHJ2ywzQmc9ymQWB-pfdPBn8vBiGcSUoHwXCdN3m9t_sQ4qqZstq1XOpM1-EUlaP974ArWpsjnsk_UBOPSUYzLmftFly_6yu1UN271yjznEU/s320/RU_pinotgrigio_big.gif" width="75" /></a>Il mondo è quello del confine goriziano, incantevole e morbido paesaggio collinare di <a href="http://www.capriva.it/comune.htm"><strong>Capriva del Friuli</strong></a><strong>,</strong> a sud della più famosa Cormons, paesino che porta in dote al turismo il suo territorio con il suo vino, la mezza dozzina di aziende vitivinicole, i campi da golf, la prelibata cuina con la jota, gli gnocchi di pane, gli insaccati e poi muset e bovade. E' a Capriva il vigneto del quale ci si impiccia qui, Russiz Superiore, dal lavoro del "Marco Felluga" marchio noto e di lontana tradizione. Delizia in tavola <a href="http://www.marcofelluga.it/vini.asp"><strong>Russiz Superiore Pinot Grigio 2010 Collio DOC</strong></a><strong>.</strong></div>
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Russiz superiore sono 100 ettari di cui 50 a vigneto, seminati a Tocai, Merlot, Verduzzo, Cabernet franc e pinot. Il Pinot Grigio del Russiz Superiore è considerato a ragione il fiore all'occhiello di questa impresa del "Marco Felluga", dopo la raccolta, verso metà settembre, "le uve vengono separate dal raspo. Il succo e la polpa subiscono una macerazione a freddo, quindi una lieve pressatura che consente la separazione dalle bucce. Il 15% circa del mosto viene posto a fermentare in carati di rovere, il restante in vasche di acciaio". Prima di arrivare in bottiglia il nostro si addormenta sui lieviti per otto mesi. </div>
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Ci accoglie con il suo colore giallo carico, intenso che denuncia una densità apparente non eludibile. Al naso è molto pieno, se vogliano anche un po' grosso, sentori vivaci e corposi di frutta bianca, non lungo come ci si aspettava . Anche l'ingresso in bocca è tutt'altro che docile, sapori forti sul palato, decisamente sapido e pungente, si chiude senza mai aprirsi veramente, gradevolmente compresso nella sua potenza olfattiva e gustativa.</div>
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<strong>Un vino per palati esperti, un bianco che lascia il segno</strong>, che ha bisogno in tavolo di compagnia robusta che non si lascia irretire in alcun modo. Questo Pinot Grigio Russiz Superiore è forse classificabile più nella categoria dei vini da meditazione che non in quelli da tavola oppure, non per darne metà a ciascuno ma perchè pare invece una buona idea, diciamo che è un vino da due chiacchiere in compagnia. <br />
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<div class="blogger-post-footer"><a href="http://twitter.com/share" class="twitter-share-button" data-count="none" data-via="StefanoilNero" data-related="aristideblog" data-lang="it">Tweet</a><script type="text/javascript" src="http://platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-48289940057496326202012-09-24T16:00:00.000+02:002012-09-25T07:51:13.363+02:00IL QUERCIOLAIA ED IL SUO CASTELLO, ARMONIA DI TOSCANA<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEij35NqPXIicQn-kfyVkPv-zNhV8KKPQeZUeAnQbE99cVcDdYj9k1C0kpDgPUOLxVZHF4RiI-f7ciltzHVN0v8NSi1UMQClLmapSHnZJs5tkhGG5ase2u5jovmiBPjY2v8sxrWl-wQ41nU/s1600/querciolaia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" hea="true" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEij35NqPXIicQn-kfyVkPv-zNhV8KKPQeZUeAnQbE99cVcDdYj9k1C0kpDgPUOLxVZHF4RiI-f7ciltzHVN0v8NSi1UMQClLmapSHnZJs5tkhGG5ase2u5jovmiBPjY2v8sxrWl-wQ41nU/s200/querciolaia.jpg" width="142" /></a><a href="http://www.castellodiquerceto.it/index.asp"><strong>Il Castello di Querceto</strong></a> non è solo un classico angolo paradisiaco in perfetto stile "Made in Tuscany" ma è anche e soprattutto, un agglomerato di tradizione vitivinicola e di storia. Questo Castello, i cui "diritti" sono vantati da una famiglia francese che ne acquisì l'intero patrimonio nel 1897, i Francois, non è solo parte della storia ma è una storia nella storia. Località Greve in Chianti, nato per dominare la via Cassia che di lì transitava la costruzione che trovate oggi è del XVI secolo dopo che, negli anni precedenti, in perfetta sintonia con i tempi, il fuoco delle rivalità e delle battaglie di cappa e di spada (e pure di archibugio) avevano ridotto il suo intero borgo a macerie. Ai margini di una valle lussureggiante e ad una altitudine di quasi 500 metri le sue proprietà si estendono su 190 ettari, di cui 60 a vigneto quasi esclusivamente a bacca rossa: il Sangiovese grosso,il Canaiolo nero, il Cabernet Sauvignon, il Cabernet Franc, il Syrah, il Colorino, il Merlot, il Mammolo, il Ciliegiolo e la Malvasia nera. L'assaggio di oggi è per questo un uvaggio: <a href="http://www.castellodiquerceto.it/index.asp"><strong>Castello di Querceto -Querciolaia Toscana Centrale IGT 2003. </strong></a></div>
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<a name='more'></a><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">
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<strong>Andate in visita a questa bellissima magione </strong>e, se trovate il momento giusto, fatevi accompagnare fra i suoi giardini, gli alti punti di osservazione, le cantine, tutti robusti punti di vista dai quali respirare la tradizione e la consapevolezza di fare vino davvero per vocazione oltre che per dedizione da duro lavoro. </div>
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<strong>Il Querciolaia</strong> che si propone in assaggio è un esempio di questa ricerca del gusto di Toscana, il suo <strong>65% di Sangiovese e 35% di Cabernet Sauvignon</strong> matura in barriques per 20 mesi e poi affina in bottiglia per altri 6. La sua annata, il 2003, la peggiore a furor di popolo ma vi propongo il dubbio che non sia sempre vero, ha transitato in buona conservazione in cantina per un altro bel po' di anni e poi si è proposta regalando armonia e grande soddisfazione. Questo Querciolaia, dopo un riposo di oltre quattro ore stappato, ha esibito, versato nel bicchiere, un colore rosso rubino acceso. Al naso è tondo delicato, ampi i profumi di lampone e fiori tipici, frutta matura che amplifica semmai la delicatezza. Sul palato lo ritroviamo morbido all'ingresso, quasi vellutato, poi subito ben allappante e con un ampio tocco tanninico, di media persistenza lascia sul finale un ampio, docile tocco di acidità. E' proprio questo il passagio che più "stupisce" ovvero il tocco acido leggero, soffice. <strong>Un vino generalmente morbido e caldo che prende il meglio del Sauvignon e lo confonde con il tannino ed i profumi del Sangiovese</strong>, un prodotto di Toscana davvero molto buono e forse anche qualcosa di più.</div>
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<div class="blogger-post-footer"><a href="http://twitter.com/share" class="twitter-share-button" data-count="none" data-via="StefanoilNero" data-related="aristideblog" data-lang="it">Tweet</a><script type="text/javascript" src="http://platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-10000906637123375052012-09-10T01:00:00.000+02:002012-09-10T01:15:42.080+02:00BONARDA OLTREPO' PAVESE DI MONTU' BECCARIA: ELEGANTE A SORPRESA <div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYisPvbRJQHP75z7DhO3bgWUCuxdo1pQPBtT2j9-UwpQwvm1vI-hcNRnKaTHc8CQJxk3ZljFVa6wJi0yKIvtNAzjecRzTJ0WbVmOXqQD72zz-xS0R23aSqH2sEN9MipJl1tgg8_uQI0DA/s1600/cantina-storica-di-montu-beccaria-30215.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYisPvbRJQHP75z7DhO3bgWUCuxdo1pQPBtT2j9-UwpQwvm1vI-hcNRnKaTHc8CQJxk3ZljFVa6wJi0yKIvtNAzjecRzTJ0WbVmOXqQD72zz-xS0R23aSqH2sEN9MipJl1tgg8_uQI0DA/s1600/cantina-storica-di-montu-beccaria-30215.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Cantina Storica Muntù Beccaria.</td></tr>
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Il salto della sponda del Po' era prima o poi dovuto, il sapore allora adesso è quello dell'Oltrepo' , capitale Pavia, vitigno Croatina, il nome con il quale questo vino è però noto è ben più giovale, fresco e leale: Bonarda. <b>L'Oltrepo' pavese non è storia di oggi, il suo primo riconoscimento risale al 1164 per mano dell'Imperatore Federico I</b> che ne riconobbe territori, confini e capacità di dominio con propri incaricati alla città di Pavia. Pavia dal canto suo era ghibellina e si diede da fare a contrastare le vicine guelfe Tortona e Piacenza prima di cadere con quest'ultima sotto il dominio milanese nel 1359. La storia del territorio della Bonarda è ricca e lo stesso nome del suo vino qualcuno dice evochi il dominio Longobardo dimostrando così la lunga vita del suo vitigno: la Croatina. </div>
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L'assaggio cade, un po' alla rinfusa complice un galeotto giro per enoteche, su un nome che ha il taglio del prestigio, stiamo insieme alla <a href="http://www.ilmontu.com/">B<b>onarda Oltrepo' pavese DOC 2010 Vigna Radiosa della Cantina Storica di Montù Beccaria.</b></a></div>
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I<b>l nostro assaggio appartiene alla collezione dei Grandi Cru della Cantina Montù Beccaria</b>, il suo vitigno, vecchio di oltre 35 anni, prende il nome (Vigna Radiosa) dalla sua esposizione a sud-est ed il lavoro post raccolta viene dichiarato nella metodologia tradizionale. <b>Diciamo subito che l'effetto che ottiene questa Bonarda è di una eleganza inusuale</b>, si è di fronte ad un vino che sembra peccare persino di presuntuosità tanto si scosta da alcune invadenze alle quali la Croatina ci avrebbe abituato. </div>
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Che bel colore cupo elegante e viola ha questa Bonarda della Cantina Montà Beccaria, che bel naso profumato di frutta rossa matura, un cenno di fiori secchi, gradevole, molto. Al palato inizia duro poi diventa amabile ed armonioso, all'avvicinarsi del finale diventa più penetrante, un po' di tannino scivola, decisamente sapido, in genere una bella ampiezza leggermente allappante ma in generale fresca e genuina. Questa Bonarda si incarica di portarsi dietro ben 13 gradi di alcol, cosa non comune nella specialità, lo fa con tranquillità, inganna un attimo all'inizio poi esce senza strafare. A tavola questa Bonarda Montù Beccaria è stata una nota positiva, una compagnia molto bella, la dimostrazione che certe tradizioni, quando vengono da così lontano poi, hanno sempre molto da dire. </div>
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<div class="blogger-post-footer"><a href="http://twitter.com/share" class="twitter-share-button" data-count="none" data-via="StefanoilNero" data-related="aristideblog" data-lang="it">Tweet</a><script type="text/javascript" src="http://platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-14340073038339653492012-09-01T09:00:00.000+02:002012-09-10T19:03:49.376+02:00I BLOG DEL VINO FRA INDIPENDENZA "GIORNALISMO" E NUOVA COMUNICAZIONE<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_amQdbBeGaL7LcsBDTZJ33tl3hTz7-q4c9UpoR5r-0MuZd3IXt7obk2VCXtX-VEHjqeAdBqhoaWOck_gw1rdiZZsK8Em0FeDB0L0m5Y2NPeZ5n-kxZDeUZavAB3CcotueKnfAyv4XFoo/s1600/blog.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; cssfloat: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" fea="true" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_amQdbBeGaL7LcsBDTZJ33tl3hTz7-q4c9UpoR5r-0MuZd3IXt7obk2VCXtX-VEHjqeAdBqhoaWOck_gw1rdiZZsK8Em0FeDB0L0m5Y2NPeZ5n-kxZDeUZavAB3CcotueKnfAyv4XFoo/s200/blog.jpg" width="200" /></a>Il caldissimo sole d'agosto ha provocato in alcuni dei più stimati blogger della rete, stimati prima di tutto da me, una visione sul vuoto trascorso, un tuffo nel passato. <strong>E' normale e comprensibile che nella situazione statica del bloggerismo vinaiolo ci si rimetta ciclicamente a parlare delle stesse cose</strong> ed io non voglio sottrarmi a questa pratica noiosa, per chi legge, ma evidente appassionante, tanta è la ripetizione, per chi scrive. La cosa comincia su <a href="http://www.internetgourmet.it/2012/07/ma-i-blogger-non-erano-indipendenti.html"><strong>InternetGourmet il 31 luglio</strong></a> dove il sottoscritto trova finalmente soddisfazione del tanto suo vociare sulla scomparsa della reale indipendenza dei blogger del vino nei loro giudizi.<br />
<a name='more'></a> Angelo Peretti racconta ed arriva a conclusioni che condivido pienamente chiedendosi : "...<em>In origine, il variegato mondo del blogging vinicolo si distingueva per una forte focalizzazione sull'autonomia, sulla libertà, sulla costruzione di un modello di comunicazione alternativo rispetto a quello della carta stampata, che taluni ritenevano e ritengono prezzolato e poco affidabile, facendo superficialmente di ogni erba un fascio. Ora però il rischio è che nel fascio di tutte l'erbe ci vadano a finire proprio i blogger del vino...".</em> <strong>Angelo Peretti dice nulla a caso</strong> sapendo che molti blogger, o presunti tali, fanno per mestiere proprio marketing e comunicazione per le cantine, aggiungo io che questi di fatto fanno parte del giro, sono attori del mercato che loro stessi "criticano" (praticamente mai) ed in verità spesso raccontano a base di dosi massicce di autoreferenzialità.</div>
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<a href="http://www.vinopigro.it/blog/2012/7/31/vinopigro-its-rules.html"><strong>Riprende la cosa immediatamente VinoPigro</strong></a> dove la <strong>vulcanica blogger-giornalista Elisabetta Tosi</strong> invia risposta al Peretti, sottolineando da subito che <em>"...i blogs strettamente intesi - i diari personali online degli esordi - stanno quasi diventando una minoranza....</em>" (Stefano Il Nero è ancora un diario personale , tanto per intenderci). Dopo attenta condivisibile analisi Elisabetta arriva a dire che accade "... i<em> bloggers vengano assimilati ad una specie di giornalisti, e trattati come tali..</em>."e conclude<b> enunciando uno dei concetti più difficili da far capire ai giornalisti </b>"<em>i bloggers non sono una specie di... qualsiasi cosa si possa aver pensato. Sono una categoria di comunicatori totalmente nuova, per i quali molte delle vecchie regole non funzionano".</em> Fin qua già ce ne sarebbero tante da dire ma ben poche di nuove, questo blog le ha già dette tutte da tempo. Non ci volevo tornare su, non volevo scirvere niente di tutto questo ma, sulla china del mese di Agosto, <strong>il bravo Jacopo Cossater</strong> sulle sue <a href="http://www.enoicheillusioni.com/2012/08/segni-di-vita-dal-fronte/"><strong>Enoiche Illusioni comunica "Segnali di vita dal fronte</strong></a><strong>"</strong> dove racconta che la organizzazione di Vinitaly starebbe scrivendo ai produttori chiedendo “<em>ritiene che i blogger italiani ed esteri abbiano acquisito un ruolo rilevante nel mondo del vino?“</em> e poi “<em>in genere considera i wine blogger dei comunicatori specializzati?</em>“ quindi ancora “<em>la sua azienda è interessata a partecipare ad attività rivolte ai wine blogger durante la manifestazione Vinitaly?”.</em><br />
Ucci ucci sento odor di ...qui ce n'è o ce n'è stato o ce n'è di rimpiattato.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg_6d2GnsEn3qUYcT13GQwWXjqPU54fR_85HDsYTa-pdqCxAZ5qqP29s_U0n-ToCIC4swB2TasTAJRdN7ESoeU_eOKwjnVCEkyr1wXwQlTW0RdRCgkk9AwckBzBBmOfh7mGNH1dmGLvGI/s1600/Immagine4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="292" kda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg_6d2GnsEn3qUYcT13GQwWXjqPU54fR_85HDsYTa-pdqCxAZ5qqP29s_U0n-ToCIC4swB2TasTAJRdN7ESoeU_eOKwjnVCEkyr1wXwQlTW0RdRCgkk9AwckBzBBmOfh7mGNH1dmGLvGI/s320/Immagine4.jpg" width="320" /></a></div>
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</div><div class="blogger-post-footer"><a href="http://twitter.com/share" class="twitter-share-button" data-count="none" data-via="StefanoilNero" data-related="aristideblog" data-lang="it">Tweet</a><script type="text/javascript" src="http://platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-39272233175038962602012-07-18T01:00:00.000+02:002012-07-18T13:06:03.010+02:00L'OTTIMO SAUVIGNON ANSITZ WALDGRIES MI RICORDA UN DIBATTITO ANTICO SULLA ZONALITA'<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaCkjGkDPWINH7iH5ddFK3T40txBMpVFZsVNjLVRZLnv-ZHzNn8yZD50icNKvBqQwCVMbrt7aK95RmR9afeqXwwl3eV5uibvOhkhFFsSudqKHJDf2b4fFYxhSNrcTP9GnSs9GDBmeYQOg/s1600/157.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; cssfloat: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" hda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaCkjGkDPWINH7iH5ddFK3T40txBMpVFZsVNjLVRZLnv-ZHzNn8yZD50icNKvBqQwCVMbrt7aK95RmR9afeqXwwl3eV5uibvOhkhFFsSudqKHJDf2b4fFYxhSNrcTP9GnSs9GDBmeYQOg/s1600/157.jpg" /></a>Attacchiamo subito con una cosa che non ha forse nulla a che fare con la cantina con la quale ci confrontiamo. Che senso ha che un vino di montagna “sia particolarmente consigliato con pesce anche crudo” ? <br />Oggi il nostro naso, ed il palato conseguetemente, si dirige verso l’Alto Adige e si confronta con il suo Sauvignon. La cantina che ci regala veramente una emozione unica è <a href="http://www.waldgries.it/it/index.php"><strong>Ansitz Waldgries</strong></a>, l’assaggio è per il suo <a href="http://www.waldgries.it/it/index.php"><strong>Sauvignon 2011 SudTirol DOC</strong></a> .</div>
<div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">
<a name='more'></a><br /><strong>In Alto Adige sono circa 260 gli ettari coperti da questo vitigno</strong>, sono suddivisi in 3 denominazioni DOC e si trovano in modo più evidente nelle zone della Bassa Atesina, nella Valle dell’Adige e Oltradige, nella conca di Bolzano ed in Val Venosta. <br /><strong>Ansitz Waldgries è cantina bolzanina molto legata al concetto di tipicità</strong>, la sua produzione va dal lagrein al moscato rosa, dal tipico S. Maddalena proprio al sauvignon i cui vigneti si trovano nella zona di Appiano chiusi fra tre Castelli a 500 mt di altitudine. <strong>Il nostro Ansitz Walgries Sauvignon è un 100% sauvignon</strong> che vinifica solo parzialmente in barrique ed in massima parte in vasca inox e la cosa è decisamente percettibile. Un bellissimo colore giallo chiaro, limpido, pieno, con riflessi verdi marcati accompagna il suo ingresso nel bicchiere, al naso è denso, di profumazione forte, ampia, fiori penetranti e frutto di bosco in grande evidenza, raffinato, davvero molto coinvolgente. Il sorso è decisamente completo, forse un po’ chiuso e grave, una cosa che altri chiamano “complessità” ma che a me pare un limite in questo caso. In generale però è di buona eleganza anche al palato, peperonato e giovialmente erbaceo. Questo Sauvignon è davvero di livello alto. <br />Un bianco quindi di buonissima fattura che molti dicono ideale per il pesce, magari crudo, ma allora torniamo al punto iniziale; lasciatemi dire : se la tipicità ed il terroir sono spesso il tratto distintivo su cui puntano le cantine, questo richiede o no che il vino in questione sia collegato a piatti tipici della propria zona? Ho detto zona, non Regione, perché è la zonalità che fa terroir. Io credo così. </div>
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<div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">
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</div><div class="blogger-post-footer"><a href="http://twitter.com/share" class="twitter-share-button" data-count="none" data-via="StefanoilNero" data-related="aristideblog" data-lang="it">Tweet</a><script type="text/javascript" src="http://platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-6738138846778391942012-07-11T11:09:00.004+02:002012-07-11T11:10:33.797+02:00IL CILIEGIOLO DEL SASSOTONDO. SAPORI DI MAREMMA<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsKW6glmjt8lpQ4K1NNddpdDChxY5YFHuXfCsUX4dSrnHeV6lnYpo3YRbi7XvRr4ajYiaknr4nTfDCDVKJLPvw5-ORUraGE-menvw7-e1_2_LfY2RFsCLHXD48GzlZecB1CyTsD39f6r4/s1600/cilieg-sassotondo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="178" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsKW6glmjt8lpQ4K1NNddpdDChxY5YFHuXfCsUX4dSrnHeV6lnYpo3YRbi7XvRr4ajYiaknr4nTfDCDVKJLPvw5-ORUraGE-menvw7-e1_2_LfY2RFsCLHXD48GzlZecB1CyTsD39f6r4/s200/cilieg-sassotondo.jpg" width="200" /></a>La storia di questa cantina ha un po’ il tipico sapore di Maremma, ettari di territorio riscoperti e ridati alla vita, viti che si affacciano su panorami stupendi, gente da fuori che riscopre qui il sapore del proprio ingegno. Leggetevi la storia del<b> </b><a href="http://www.sassotondo.it/index.html"><b>Sassotondo </b>ovvero <b>della Azienda Agricola Carla Benini Ventimiglia</b>,</a> un vasto terreno di 72 ettari fra Sovana e Pitigliano, nel grossetano, 10 ettari a vite e, a dominare la scena, per me c’è ancora il ciliegiolo.<br />
<a name='more'></a><br />
Questo vitigno, tipico della zona, è <b>considerato generalmente una buona spalla per i sangiovese toscani, </b> alcune cantine optano per tentativi di imbottigliamento diretto per vedere l’effetto che fa. Io sono particolarmente favorevole a queste riscoperte, convinto come sono che ampliare la varietà della produzione donando al consumatore varietà tipiche anche se non perfette (ma cosa è poi la “perfezione” nel vino?) possa solo aiutare a valorizzare ulteriormente la vocazione a terroir che la viticultura italiana e toscana in particolare dovrebbe maggiormente perseguire.<br />
<b>Quelli del Sassotondo, azienda a propensione biologica, hanno lavorato molto sul ciliegiolo</b>, ne hanno una varietà in purezza, il cimento di oggi è però con la variante 90% ciliegiolo e 10% alicante. L’assaggio è tutto per <b><a href="http://www.sassotondo.it/">Ciliegiolo Maremma Toscana Sassotondo IGT 2011</a></b>.<br />
Colore rosso con riflessi densamente porporati, un po’ denso nel bicchiere, gira pesante e grave, ha la faccia da quello importante. Un naso leggermente erbaceo all’inizio poi subito un forte profumo di bosco e di inequivocabile frutto maturo, dolce, ciliegia a tutto tondo, ostinata. Al palato è subito aggressivo un po’ allappante ma di buona persistenza, robusto con assoluta precedenza al frutto e solo leggermente vinoso, acidità finale prorompente. Nessuna contaminazione per questo Ciliegiolo che rimane molto ancorato al suo frutto, si fa piacere per la sua rotondità e per la sua originale armoniosità.<br />
La Maremma cresce con il suo vitigno e questo piace, davvero molto, piace eccome.<br />
.<br />
.<br />
<span class="fullpost"></span></div><div class="blogger-post-footer"><a href="http://twitter.com/share" class="twitter-share-button" data-count="none" data-via="StefanoilNero" data-related="aristideblog" data-lang="it">Tweet</a><script type="text/javascript" src="http://platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-11206873611610488562012-07-03T15:56:00.001+02:002012-07-03T18:36:40.313+02:00ANTARES, IL TREBBIANO D'ABRUZZO CON UN PO' DI FIORI IN PIU'<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjO9PJ7bWtAYh_rUruFTHIv3o-lDjfwFbQpalPam5zvjWamVeVN2ScJQg96LnQ5QvNbInA_T371p-Ew5nSLw5nOxR-SmOFbP6aMv6u8cHDw6JfFwFDKtGC3iLGMVG8Lyw7_PL0jWWSpc-0/s1600/antares.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" sca="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjO9PJ7bWtAYh_rUruFTHIv3o-lDjfwFbQpalPam5zvjWamVeVN2ScJQg96LnQ5QvNbInA_T371p-Ew5nSLw5nOxR-SmOFbP6aMv6u8cHDw6JfFwFDKtGC3iLGMVG8Lyw7_PL0jWWSpc-0/s320/antares.JPG" width="91" /></a>Il <strong><a href="http://www.comunedicastilenti.gov.it/">Comune di Castilenti</a></strong> in provincia di Teramo non arriva ai duemila abitanti ed è li che ha messo su casa, ma soprattutto cantina, la <a href="http://www.sanlorenzovini.com/"><strong>San Lorenzo Vini</strong> </a>alla quale piace raccontare che la decisione della scelta delle belle colline abruzzesi fu presa dal “nonno” nel 1890. La produzione è quella tipica del centro Italia che lavora la terra con particolare cura ed un tocco di dedizione anche al marketing, che non fa male. Da queste parti non si eccelle di chissà quali particolari vitigni, ma, per questo, mi piace moltissimo mettere all’assaggio un bianco semplice, il più diffuso, mi cimento al palato con <strong><u>Antares Trebbiano d’Abruzzo DOC 2009</u></strong>.</div>
<a name='more'></a><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">
Mi piace la composizione di questo bianco perché un particolarità certo la nasconde, trattasi al 90% di Trebbiano d’Abruzzo, al 5% di Malvasia e, per un altro 5%, di <strong><u>Bombino</u>.</strong> Andatevi a cercare nei vostri dizionari del vitigno di questo Bombino, ne leggerete come del vitigno bianco tipico del sud, un vitigno di ottima resa, la fortuna del contadino, un vitigno che regala vini anonimi ma che diventano interessanti se gestiti con molta cura e quindi basse rese (cosa che va sempre meno di moda in Italia ma qui chissà…). Un bel giallo carico questo Antares, dorato, un colore caldo. Al naso è molto fiorito, molto grosso e pieno, una sensazione di completezza derivata soprattutto dai profumi che si ripetono in bocca e si accompagnano ad una testarda persistenza con finale molto lungo. Si sente che fa un passaggio inox e poi va subito in bottiglia, forse la cosa partecipa infatti a renderlo un po’ più anonimo a, anche se davvero invitante, poco votato al gran palcoscenico. Resta comunque una cosa bella questo Anteres, un modo di sentire il trebbiano abbastanza classico ma con qualche fiore in più. </div>
<div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">
.</div>
</div><div class="blogger-post-footer"><a href="http://twitter.com/share" class="twitter-share-button" data-count="none" data-via="StefanoilNero" data-related="aristideblog" data-lang="it">Tweet</a><script type="text/javascript" src="http://platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-90057308393596023272012-06-18T01:49:00.000+02:002012-06-18T16:38:20.405+02:00MORIS ED IL SUO MORELLINO CHE VIVE DELLA SUA CAMPAGNA<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV6L2mb_SunYCj4N0RD3wx8gykUGVv8iwh2UVf0u4VkAw-kyVCWW9nKlw-IOGTduwiHQZC12Mkos7Rdv7A_FZlw1Y-ul5Zay9lyt80LnrLCucA_hDpBwqc70zPyigOKumm1xYFVAFQ-g0/s1600/morellino1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV6L2mb_SunYCj4N0RD3wx8gykUGVv8iwh2UVf0u4VkAw-kyVCWW9nKlw-IOGTduwiHQZC12Mkos7Rdv7A_FZlw1Y-ul5Zay9lyt80LnrLCucA_hDpBwqc70zPyigOKumm1xYFVAFQ-g0/s200/morellino1.jpg" width="150" /></a><span style="font-family: inherit;">Se ce la andiamo a cercare troviamo che la storia di questa cantina comincerebbe così "<i>Duecent'anni orsono la famiglia Moris partì dalla Spagna per raggiungere la Maremma Toscana , terra divina e di vino...</i>", non so quanto, come ed in che modo questo sia vero ma il solo fatto che, a chi fa questo vino, piaccia evidenziare questo particolare, descrive bene la sensibilità al "terroir" che è indispensabile avere in certe zone vitivinicole italiane. Quindi siamo in Toscana, ancora in Maremma, una delle zone predilette del sottoscritto, siamo in compagnia di alcuni scampoli della produzione di<a href="http://www.morisfarms.it/default.asp"> <b>Cantine e Fattorie Moris</b></a><b> </b>che, per dar soddisfazione agli inglesi che girano copiosi di li e giù, si fa chiamare <b>Morisfarms.</b> Il protagonista dell'assaggio è il loro <b><a href="http://www.morisfarms.it/default.asp">Morellino di Scansano 2009 DOCG</a>. </b></span><br />
<a name='more'></a></div>
<span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">Le cantine ci Moris non sono proprio un fazzolettino di terra, ben 476 ha totali, una settantina a vigneto, di questi ci interessano i 33 di Poggio La Mozza, località del grossetano che insiste sulle sponde del morellino. </span></span></div>
<span style="font-family: inherit;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Quello del Moris ha fatto la sua vinificazione in inox, quattro soli mesi dopo è passato direttamente in bottiglia dove si è affinato per due mesi. E' una produzione da oltre 200.000 bottiglie l'anno, non una esclusiva sul mercato ma se lo fosse di che mercato staremmo parlando?? Ha un colore rosso scuro, cupo con "unghia" porpora, al naso immediatamente pungente poi si apre e rivela una mora stagionata forte, dolce, molto intrigante, quindi pepe ed altre speziosità. Al palato rivela una buona armonia, evidente il ritorno di frutta, un po' corposo, basso di tannino. Finale senza particolare aggressività ma un po' più lungo del prevedibile. E' la frutta la caratteristica di questo vino, forse giovane o forse cresciuto troppo in fretta, la frutta ti avvicina alla sua campagna, la senti sotto il palato, rotonda e grossa, sopisce il grado alcolico pur importante (13,5%) ed è veramente protagonista. Va bene così.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">.</span></div>
</span></div><div class="blogger-post-footer"><a href="http://twitter.com/share" class="twitter-share-button" data-count="none" data-via="StefanoilNero" data-related="aristideblog" data-lang="it">Tweet</a><script type="text/javascript" src="http://platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-57854933310970646002012-05-29T09:00:00.000+02:002012-05-29T09:11:21.395+02:00LA RISERVA DI VILLA SCERIMAN : COLLI EUGANEI CABERNET DOC 2008<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhptZ9qzWevjmJM1QR0BmjwqDzufTahpXWPvFnFF6h82ay8Buc6OaZV3H9nvcZkv4aPLjQoktFFw54DGdU-eirjkAHVBfGsWX8kQfFuPQC5vzpmvsH7A3EtqjgS-OOZfX4Xzb7F9jgwsbc/s1600/villa+sceriman.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhptZ9qzWevjmJM1QR0BmjwqDzufTahpXWPvFnFF6h82ay8Buc6OaZV3H9nvcZkv4aPLjQoktFFw54DGdU-eirjkAHVBfGsWX8kQfFuPQC5vzpmvsH7A3EtqjgS-OOZfX4Xzb7F9jgwsbc/s1600/villa+sceriman.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">La famiglia armena Sceriman venne in possesso della cinquecentesca villa palladiana di Vo' Euganeo nel 1740 e le diede il suo nome che è arrivato ad oggi per incorniciare una delle cantine più prestigiose dei Colli Euganei.<b> <a href="http://www.villasceriman.it/Home.aspx">Villa Sceriman</a></b> è un punto di incontro dei Colli, preparato per accogliere nella sua cantina e nel suo giardino e per gestire armonicamente il rapporto con la propria produzione che spazia dal vino alla grappa, dall'olio al miele. La produzione vitivinicola è quella classica dei Colli Euganei a cui si aggiunge un tentativo di rosè (pinot e raboso). L'assaggio però fa focus sull'elemento più evoluto del panorama euganeo, il cabernet, ecco allora <b><a href="http://www.villasceriman.it/Home.aspx">Villa Sceriman Colli Euganei DOC Cabernet Riserva 2008</a>. </b><a name='more'></a></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Affinato in barriques di rovere francese per 24 mesi si fa poi anche 6 mesi di bottiglia e questo cabernet rappresenta la sfida di Villa Sceriman, la stessa sfida tutte le cantine euganee stanno tentando verso il mercato e verso se stesse per <b>trovare l'elemento distintivo del territorio</b>. Il Villa Sceriman Riserva è un 20% di Franc ed il restante 80% di Sauvignon, uva coltivata a circa 300 mt s.l.m. si presenta con 14 gradi di volume alcolico. Nel bicchiere è cupo. scuro, densità medio/alta, riflessi granato. Il naso è di velluto, profumi floreali tipici, molto tondo con sentori di tabacco. L'assaggio è di buona eleganza, morbido e sufficientemente armonico, di media persistenza, acidità non preponderante sul finale molto fiorito ma con un finale un po' grosso. Forse non gli farebbe male un mezzo grado in meno. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Un vino di indiscutibile appeal che colpisce per il fattore "morbidezza" e per il suo discreto tondo equilibrio che mantiene nelle varie fasi degustative. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Un'altra freccia nella faretra dei Colli Euganei, la sapranno giocare? Insieme intendo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">.</span></div>
</div><div class="blogger-post-footer"><a href="http://twitter.com/share" class="twitter-share-button" data-count="none" data-via="StefanoilNero" data-related="aristideblog" data-lang="it">Tweet</a><script type="text/javascript" src="http://platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-82848215365978045522012-05-23T19:05:00.002+02:002012-05-24T05:51:36.204+02:00CRITICA NON COSTRUTTIVA A COSA SENZA COSTRUTTO: IL CASO INTRAVINO (MA COME MI DIVERTO MALE)<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOgtQJnA9l2ofhF1rYJZK4D54ZdWpRMo9tk05_KMDnRQL3-1gGPQf8rqkUeaUmSOEQuwW6dRYo3cNqljPR35q1JKbon8ZpgbIoAozjEzt3ghbF1AxeemGkryJWLj4xGLeNhYtCVI1qJls/s1600/intravino.jpeg" imageanchor="1" style="cssfloat: right; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="113" qba="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOgtQJnA9l2ofhF1rYJZK4D54ZdWpRMo9tk05_KMDnRQL3-1gGPQf8rqkUeaUmSOEQuwW6dRYo3cNqljPR35q1JKbon8ZpgbIoAozjEzt3ghbF1AxeemGkryJWLj4xGLeNhYtCVI1qJls/s400/intravino.jpeg" width="400" /></a></div>
La cosa non ha il sapore della novità e di scriverne non ce ne sarebbe bisogno se non fosse che i guru del campione di cui si parla oggi lo farebbero sicuramente ed anche in maniera più lasciva e pesante di quanto riesco a fare io. <strong><a href="http://www.intravino.com/">Sto parlando di Intravino</a></strong>, il portale edito dal duo rosso Bernardi/Tomacelli. Non perderò tempo in complimenti, che pur si meriterebbero per un paio di cosette almeno, perché se ne fanno loro da soli anche troppi per aver bisogno dei miei e passo subito al dunque.</div>
<a name='more'></a><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">
<strong>Oggi ho aperto Intravino e mi sono completamente riconciliato con cotanto portale</strong> quando ho letto praticamente uno in fila all’altro tre titoli : il primo “<a href="http://www.intravino.com/primo-piano/come-ripulire-i-denti-sporchi-di-vino-senza-dover-scalare-le-montagne/">Come ripulire i denti sporchi di vino senza dover scalare le montagne</a>” , irrinunciabile per chi si occupa di vino, poi “<a href="http://www.intravino.com/persone/divino-tuscany-in-casa-di-sting-e-come-il-festival-dellunita-solo-un-po-piu-figo/">Divino Tuscany , in casa di Sting è come il Festival dell’Unità solo un po’ più figo</a>”, hasta la victoria siempre compagno Sting, quindi “<a href="http://www.intravino.com/vino/definitivo-il-tappo-metallico-e-piu-elegante-del-sughero/">Definitivo, il tappo metallico è più elegante del sughero</a>”, oh quanto mi mancava la passerella trendy !! Ci sono rimasto male quando mi sono accorto di essermi perso la puntata sulla <a href="http://www.intravino.com/primo-piano/maria-de-filippi-storia-di-una-figlia-ingrata-dal-vigneto-di-papa-alla-tequila-boom-boom/">vera vita di Maria De Filippi</a>. <br />
Dicevo però che mi ci sono riconciliato perché finalmente ho capito che non ci fanno, ci sono! L’Italia è piena di radical chic rigidamente democratici e progressisti che accompagnano argomenti vacui con argomenti vuoti ma lo fanno talmente bene che passano per persone di gran cultura ma, dico io, passi tutto ma almeno basta con il considerare Intravino un portale del vino. Altro che “un altro vino è possibile”, che già non vuol dire niente ma gli fa lo stesso effetto di Zenyattà Mondatta al Festival dell’Unità, diciamo piuttosto “un’altra cura è indispensabile” ma da uno bravo. Intravino si occupa di vino come io di letteratura greca, è specializzato in gossip, politica (di sinistra eh! altrimenti che chiccheria è?) , quindi di salotti, moda e casi effimeri e ci mette insieme ogni tanto qualche autorevole e competente firma che si occupi della bevanda di Bacco. Ho vissuto qualche tempo pensando che la deriva del wine-bloggheraggio potesse essere quella di Intravino, sono storie vecchie, lo so, vedevo i grandi blogger del vino ritirarsi a “vita privata” e, al limite, riemergere fra grandi sforzi, mi chiedevo “possibile che sulla rete non si debba parlare davvero di vino ?” e poi ancora “è Intravino il modello vincente ?“. <strong>Non equivochiamo, Intravino è un modello vincente</strong> ma non del vino. Sono scoperte che altri hanno fatto da tempo ma a me, sinceramente, è servito il pezzo titolato “Siamo tutti nel wine-porn....” (niente link, questo pezzo ve lo cercate da soli con la lingua fantozzianamente fuori dal labbro).<br />
Macchè Intravino! Un altro modo di scrivere di vino è possibile, davvero, adesso però vado, senza scalare montagne che io c'ho il bagnetto proletario sullo stesso piano della cucina e della camera, a lavarmi i denti …. ma ci vado con le ciabattine di Prada, che ho appena letto Intravino. </div>
<br />
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<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQALfKo4EeE667PwDgFkU-TeQWrRZESHQvAPYWSOC1h0N12V236w2AkeE-HO_eFab-ftKENZBgYu2Nzj0e30SprP2jPeMJ9c-Wugw8OIVolO_vhqm9CRUQHKBB46rF23Q5zz2XcVaDIKo/s1600/etichetta_assiolo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="163" kba="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQALfKo4EeE667PwDgFkU-TeQWrRZESHQvAPYWSOC1h0N12V236w2AkeE-HO_eFab-ftKENZBgYu2Nzj0e30SprP2jPeMJ9c-Wugw8OIVolO_vhqm9CRUQHKBB46rF23Q5zz2XcVaDIKo/s200/etichetta_assiolo.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">
Eccoci ancora qui, dentro una delle denominazioni che mi sono più care, si assaggia ancora <strong>Bolgheri</strong>, direttamente dalla terra in Castagneto Carducci: <a href="http://www.campoalnoce.it/"><strong>Azienda Agricola Campo Al Noce, al palato il loro Assiolo Bolgheri DOC 2010</strong></a>. La ricerca di Bolgheri, più frequento i suoi vini più me ne convinco, rimane sempre la stessa, essere Toscana ma senza strafare, essere toscani ma senza eccesso muscolare, essere il tocco elegante della regione più vitivinicola d’Italia. </div>
<a name='more'></a><div style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; text-align: justify;">
Campo Al Noce si presenta come azienda a conduzione tipicamente familiare, la sua produzione gira intorno a vitigni noti ed il tocco di “terroir” viene semmai dalla presenza a “catalogo” di due amici in purezza : Vermentino e Syrah. Il nostro assaggio invece, <strong>Assiolo,</strong> è un uvaggio Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc che riceve grande attenzione in fermentazione, si affina e fa la malolattica in acciaio inox. Colore rosso non spinto, al naso il primo passaggio è erbaceo, poi passa al frutto di bosco ma senza mai veramente lasciare il profumo tipico del fogliame, vince il franc? L’assaggio è leggero, mite, mediamente intenso, lascia in bocca una sensazione di gradevolezza inusitata, vero velluto con tocco finale di acidità equilibrata. Lungo in bocca, persistente con grazia, tannini leggeri che richiamano altro sorso; la cosa più intrigante è nel finale il tocco di frutto maturo che esplode in bocca contestualmente al tocco di acidità. Nel complesso se il naso chiama il franc l’assaggio chiama il merlot per una bottiglia che forse non è nella sua annata migliore ma che ha veramente delle qualità importanti. <br />
Bolgheri si conferma terra interessante e, insisto, terra di vini rossi di elevata fattura complementari alla produzione del resto della regione; una strategia vitivinicola interessante per questo fazzoletto di terra schiacciato fra chianti e …chianti<br />
<br /></div>
</div><div class="blogger-post-footer"><a href="http://twitter.com/share" class="twitter-share-button" data-count="none" data-via="StefanoilNero" data-related="aristideblog" data-lang="it">Tweet</a><script type="text/javascript" src="http://platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-34340232925640640252012-05-11T23:04:00.001+02:002012-05-12T07:53:27.916+02:00IL RONCAIOLO DI MONTECROCETTA, NATURALMENTE A GAMBELLARA<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj559T5GOdlMkvXgwVZynCbkcbJ3CmkN_-hbtZ4cW5Wo3zgZc4l3Le5w8w5-ohnlVDoOfCumcTYvjhhpTYau2CsddE5wjH9xND_EH35q6xPhyVOIbaR9gT9NwzbojdGJY1iz44sYo_4mlY/s1600/roncaioloR.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj559T5GOdlMkvXgwVZynCbkcbJ3CmkN_-hbtZ4cW5Wo3zgZc4l3Le5w8w5-ohnlVDoOfCumcTYvjhhpTYau2CsddE5wjH9xND_EH35q6xPhyVOIbaR9gT9NwzbojdGJY1iz44sYo_4mlY/s320/roncaioloR.jpg" width="104" /></a>Sono nel <a href="http://www.vinimaule.it/"><b>mondo di Maule</b></a> ma la strada per arrivarci è volutamente tortuosa perchè passo da <a href="http://www.comune.gambellara.vi.it/"><b>Gambellara</b></a>, fin qui bene, ma mi fermo alla <a href="http://www.vinimaule.it/montecrocetta.htm"><b>Cantina Montecrocetta</b></a>, del resto anche qui è "mondo di Maule". Il soggetto del breve viaggio odierno è un vino molto di base a casa Montecrocetta ovvero il <b><u>Cabernet IGT 2008 Roncaiolo a doppia fermentazione</u></b>. La fermentazione alcolica è la base del "fare vino", passare da uva a vino, attraverso il mosto e la separazione fra alcol ed anidride carbonica degli zuccheri è la chiave per la "rivelazione" di ogni vino. E' in fermentazione alcolica, la prima fermentazione, che emerge il risultato dal lavoro fin li svolto. Montecrocetta ha voluto per questo Roncaiolo una attenzione in più in questo tragitto, ha voluto la doppia fermentazione e tocca a noi ora testarne il risultato.<br />
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Montecrocetta è una cantina di 33 ettari dislocata <b>fra Gambellara e Soave</b> nella zona del Durello e del Soave e produce molte varietà di vini inclusi i più noti. Fra questi il Roncaiolo che è un 85% Cabernet Sauvignon e 15% Cabernet Franc di uve raccolte dai terreni argillosi ai piedi dei Monti Lessini con vendemmia manuale e scelta di grappoli, il nostro vino girava sul 13,5 % di grado alcolico, per arrivarci si è fatto 6 mesi in bottiglia dopo il giro sulle barriques. </div>
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Questo cabernet, lo dico subito, è qualcosa in più di un esperimento riuscito ma deve ancora "girarsi un po' per farsi dare dalla doppia fermentazione tutti i suoi benefici. Ha un colore rosso carico con unghia grande e dagli ampi riflessi. Al naso il primo passaggio dà ragione al Franc, leggermente erbaceo mentre arriva netta la profumazione del fiore di campo ed alcune note fumose. Naso difficile. Al'assaggio immediatamente è leggermente pungente, di media persistenza, lungo e con un tocco di acidità finale non così profonda. L'assaggio ha lasciato una sensazione vinosa di troppo ma anche un passaggio al palato molto ampio e mediamente grosso con tannini non in grande evidenza e sensazione generale di bevibilità molto buona. Un vino di media portata che non ha colto ancora il meglio dalla sua doppia performance in cantina ma che si fa rispettare davvero bene. </div>
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</div><div class="blogger-post-footer"><a href="http://twitter.com/share" class="twitter-share-button" data-count="none" data-via="StefanoilNero" data-related="aristideblog" data-lang="it">Tweet</a><script type="text/javascript" src="http://platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-28709623140161030842012-05-03T01:02:00.002+02:002012-05-03T08:42:45.506+02:00LE PERSONE, SUL WEB, IL VINO E POI IO CHE ORA SCRIVO....<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKg9N6Vbrs5F6U_HPqyNtB_H64kRyUWI-xXKG3lrZOBYtIc0p9oKx7LkuwE8Q6fFV6yk9js4CH_lSryjlReWUwcig5Uh77wJRGKDvBLkVm_tQ1s-gESveU0DVPSvme2Qg6MMFEyQ3gVcE/s1600/Psicologo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="147" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKg9N6Vbrs5F6U_HPqyNtB_H64kRyUWI-xXKG3lrZOBYtIc0p9oKx7LkuwE8Q6fFV6yk9js4CH_lSryjlReWUwcig5Uh77wJRGKDvBLkVm_tQ1s-gESveU0DVPSvme2Qg6MMFEyQ3gVcE/s200/Psicologo.jpg" width="200" /></a>Questo è il post n° 228, non è una ricorrenza, non è nemmeno un numero tondo, quest'anno poi ho saltato pure il compleanno per i tre anni del blog, il motivo? Non sapevo se sarebbe arrivato a giugno ed allora non volevo celebrare un mezzo morto. Invece questo blog a giugno ci arriva eccome, anzi, arriva anche al quarto anno e, sinceramente, ne sono stupito anche io. Lo scorso anno ed il precedente avevo scritto diversi post analizzando la evoluzione del mondo blog del vino, traendone conclusioni oggi sotto gli occhi di tutti. Mi impuntavo nello scrivere di un mondo wine-blog che si stava trasformando in vetrina mercificata, di blogger diventati prof del vino, fornitori delle cantine stesse, artefici di comunicazione e marketing per le marche del vino, non più liberi quindi di scrivere davvero tutto, destinati ad usare la propria autorevolezza per scopi ben diversi dall'idea "blogger" iniziale. Il mio problema era molto incentrato sull'analizzare il mondo wine-blog, interloquire con esso. Ahi ahi ahi.</div>
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Mentre scrivevo quelle cose magari con il mio solito incedere pseudo-dottorale ed un pizzico di ironia sconsacrata già molti leggevano il mio blog ed io pensavo fossero questi post il vero "motivo che.." .Poi un giorno mi sono stufato di trattare cotanti argomenti., di alimentare il circuito autoreferenziale di queste storielle scontate, ho deciso di smettere di veleggiare fra lo stile gossip di Intravino e lo stile ciclo-stile di Luciano Pignataro, ho deciso di uscire dal giro. Un po' perchè questi qui erano tutti professionisti, gente davvero brava, chi gli stava dietro più?, un po' perchè cominciava a venirmi a noia quella vetrina di advertising costante scollegata e individualista. E' allora che ho deciso di scrivere di quello che bevevo, fare una cosa semplice, ho preso di sana pianta la vecchia ricetta del bravissimo<b> <a href="http://www.enoicheillusioni.com/">Cossater</a></b>, l'ho condita con un po' di studio in più sul soggetto ed un po' di lavoro personale sul terroir. Ho poi deciso di studiare, nel vero senso della parola, un po' di più casa mia, i Colli Euganei, provare a capire e leggere di loro e dei loro vini, mettendo accanto qua e là le mie cose oramai super frequentate (Toscana, Emilia Romagna, vinini) e qualche altro spunto colto ad hoc. Ecco che "<b><a href="http://www.stefanoilnero.com/">Stefano il Nero</a></b>" è cambiato radicalmente e si è pure messo in giro con una frequenza meno asfissiante: solo un post a settimana fra le 1200 e le 2000 battute, nulla più. Passati sei mesi i lettori regolari sono aumentati mediamente del 50% !! Questo post serve per descrivervi liberamente il mio stupore, perchè tutti i miei post chiacchierosi di un tempo non arrivavano mai alla vera conclusione che invece ho trovato proprio nel momento di maggior cambiamento e scetticismo: <b>le persone che passano sul web vogliono semplicemente leggere di vino</b>. Vogliono un parere, una idea, un incedere ed un po' di concretezza ma soprattutto vogliono leggere del vino e non troppo dei contorni e delle moine. Ecco allora che questo post serve per ringraziare tutti coloro che passano di qua per leggere quello che penso io di quella bottiglia o di quell'altra, ringrazio tutti perchè passate di qua numerosi ma soprattutto senza particolari aspettative e consci che il mio parere vale esattamente quanto il vostro. Ho preso la strada di fare il blogger davvero, ovvero scrivere per me stesso, mi sto divertendo molto più di prima e imparo anche qualcosa di più. ma non posso garantire nulla più di quello che vedete. Fine del post ducentoventotto, ci vediamo al duecentoventinove. </div>
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</div><div class="blogger-post-footer"><a href="http://twitter.com/share" class="twitter-share-button" data-count="none" data-via="StefanoilNero" data-related="aristideblog" data-lang="it">Tweet</a><script type="text/javascript" src="http://platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-25686567610910977102012-04-24T10:00:00.000+02:002012-04-24T10:54:34.569+02:00CHIANTI VOLPAIA RISERVA 2006 IL CLASSICO "STORICO"<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSB6VKK8tg4EWsyxcmMHYU2KhtkmjhD84qo-NvPUCqIyaeoTMfq_QUCnwR3J-gimBR8nebjbBgSdptBB4v0Sv_9npoqiMJ30wQHkHfC3Je-lBN56b3lynwcqyguwRIZR0qOfQCLxUWkdM/s1600/chianti_classico_riserva_big.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSB6VKK8tg4EWsyxcmMHYU2KhtkmjhD84qo-NvPUCqIyaeoTMfq_QUCnwR3J-gimBR8nebjbBgSdptBB4v0Sv_9npoqiMJ30wQHkHfC3Je-lBN56b3lynwcqyguwRIZR0qOfQCLxUWkdM/s1600/chianti_classico_riserva_big.jpg" /></a><span style="font-family: inherit;">Si torna in Toscana,<b> <a href="http://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g235123-d195847-Reviews-Castello_di_Volpaia-Radda_in_Chianti_Tuscany.html">il Castello di Volpaia</a></b> è un affascinante borgo in Radda, zona del Classico se si parla di vino, aria di medioevo se si guarda alla storia. Il Castello di Volpaia ha parte in alcuni scritti del 1172 ma è la sua storia di aspre battaglia e di grande fedeltà alla Repubblica di Firenze che ne fa un esempio nella eterna rivalità </span>nei secoli <span style="font-family: inherit;">fra Firenze e Siena . Così dal 1250 in poi, da quando cioè Volpaia fu inclusa dalla Repubblica fiorentina nel Terzo dei popoli di Radda della <b><a href="http://www.legadelchianti.org/">Lega del Chianti </a></b>, scontri e battaglie videro al centro il Castello che si trovava proprio al confine con quelli del Palio, preso e perso la sua gente non si arrese mai, mai scese a compromessi e rimase con Firenze anche di fronte agli eserciti più temibili. </span><span style="font-family: inherit;">L'altro pezzo di storia che avvolge Volpaia è proprio la sua vocazione vitivinicola in onore della quale ci si è cimentati con il suo <b><a href="http://www.volpaia.it/sito/index.php">Castello di Volpaia Chianti Classico DOCG 2006 Riserva</a></b>.</span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><a name='more'></a> </span></div>
<span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Questo Chianti Classico è un 100% Sangiovese di "altura" (500 Mt slm) che segue un accurato percorso di vinificazione e fermentazione prima di adagiarsi per 24 mesi in botti di slavonia e rovere ed arrivare alla nostra bottiglia. </span><span style="font-family: inherit;">L'assaggio, per una volta diciamolo prima, rappresenta molto bene il Classico con qualche nota armonica in meno e qualche sentore olfattivo in più. </span></div>
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<span style="font-family: inherit;">Il colore è un rubino tipico ma denso, il naso largo di fiori e di frutta (amarena in evidenza) si lascia un po' cuoioso verso il finale, una profumazione un po' grossa. </span></div>
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<span style="font-family: inherit;">L'assaggio lascia un ingresso forte, denso, subito floreale ed allappante, di buona persistenza. Saporito, con acidità finale composta, nella beva non lascia in alcun modo segni alcolici, sempre presente per gustosità risulta alla lunga un po' ruvido, non sempre facile a farsi comprendere. Mi viene da classificarlo nella categoria dei Chianti "difficili"anche se non ci si deve confondere perchè il risultato è più che buono ma un po di eleganza in più non avrebbe stonato. </span></div>
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<span style="font-family: inherit;">Il mondo del Chianti si dimostra ancora una volta molto più grande di quanto non sembri ed ogni volta che ti fermi un attimo pensando di averne viste tante ecco che ti spunta la novità. Castello di Volpaia è una di queste, cosa interessante di cui vi segnalo l'assaggio, oltre al sangiovese del quale abbiamo fatto questa puntata sulla "riserva", è la derivazione di Volpaia dell'uva <b>sangioveto (autoctono)</b> ovvero il Balifico, la cui speziatissima gustosità merita una visitina tutta personale.</span></div>
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</span></div><div class="blogger-post-footer"><a href="http://twitter.com/share" class="twitter-share-button" data-count="none" data-via="StefanoilNero" data-related="aristideblog" data-lang="it">Tweet</a><script type="text/javascript" src="http://platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-31880695979745689102012-04-17T09:29:00.000+02:002012-04-17T13:14:39.465+02:00SAN BASILIO ROSSO FENICE DOC 2008 DAI COLLI EUGANEI SENZA ...FILTRO !<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3iUdgaoqeNNySHmiGHn8ab1L5DRddJsWudcVAtx_Y5Fgor6bgP-guydFULMxxJDFfLeNuc1hMPFM7yzVcRRSyInvm-ib1hqYPzBm-SHde0K9Afhw0CNCZMxiTHXy3Ai98Od0L4ZjKZbQ/s1600/logo-index.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="80" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3iUdgaoqeNNySHmiGHn8ab1L5DRddJsWudcVAtx_Y5Fgor6bgP-guydFULMxxJDFfLeNuc1hMPFM7yzVcRRSyInvm-ib1hqYPzBm-SHde0K9Afhw0CNCZMxiTHXy3Ai98Od0L4ZjKZbQ/s200/logo-index.png" width="200" /></a>San Basilio è cosa giovane di quel di <a href="http://www.comune.vo.pd.it/"><b>Vo'</b></a> , <b>Colli Euganei, zona Monte Venda</b>, confine dei colli padovani che guarda verso Vicenza, ed è anche una delle novità di questa zona di cui mi diletto ad assaggiare le pretenziosità augurandomi siano o possano diventare preziosità. Questa volta la cosa gira intorno all'assaggio di un <b>vino "non filtrato"</b> perchè della<a href="http://www.tenutasanbasilio.it/index.php"> <b>Tenuta San Basilio</b></a><b> </b>è stato coinvolto il <a href="http://www.tenutasanbasilio.it/index.php"><b>Rosso Fenice Colli Euganei 2008 DOC</b></a>.<br />
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Non filtrare un vino non significa non passare ad altri metodi di raffinazione che portino alla chiarificazione ma è sempre vero che la filtrazione è nota soprattutto perchè "pulisce" il vino da imperfezioni che il consumatore generalmente non accetta, pensiamoci bene siamo poi noi che non vogliamo pezzetti in sospensione nel vino, non vogliamo fondi e via così. La filtrazione, che, sia chiaro, non è una alterazione ma una componente del procedimento, non è stata esercitata su questo rosso ed alcuni aspetti lo rivelano con determinazione. </div>
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<b>Il Rosso Fenice</b> è un 50% Merlot e 50% Cabernet che si sarebbe fatto 15 giorni di rovere in fermentazione e 12 mesi di barriques prima di passare ai lidi più comodi della bottiglia. Colore rosso pesante, intenso si muove pigramente nel bicchiere. Al naso subito legnoso, tabaccato, fiore molto maturo fino ad una piccola lontana sensazione di passitura. In bocca si apre immediatamente fin da subito e senti la bassa tanninicità, vellutato, di gran densità, armonioso solo moderatamente allappante. Potente la sensazione di frutta, forte il mirtillo. Il finale è un po' troppo carico, perchè è solo la eccessiva pigra densità l'unica piccola lagnanza che si potrebbe indicare al produttore. Non è un vino muscoloso, assolutamente no, è pregno, sostanzioso, questo si. E' chiaramente un vino da occasione, per piatti carichi e commensali che abbiano godimento e sentire il vino in tavola e non a scioglierlo impalpabile fra i rumori di stoviglie. Con questo Rosso Fenice Tenuta San Basilio ha fatto un buon lavoro e marcato un altro motivo per far cercare i Colli Euganei sulla piantina dell'italico vino, i Colli crescono.</div>
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</div><div class="blogger-post-footer"><a href="http://twitter.com/share" class="twitter-share-button" data-count="none" data-via="StefanoilNero" data-related="aristideblog" data-lang="it">Tweet</a><script type="text/javascript" src="http://platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-26663496116183778402012-04-11T01:06:00.000+02:002012-04-11T08:01:29.168+02:00FIOR D'ARANCIO DOCG SECCO, DAI COLLI EUGANEI UN OTTIMO LAVORO DI CA' BIANCA.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6YlQoZO2u1wKWj2qcgHRyEs47D8S39iklpcQhwvazdjYX_J5ObnbceERYzy5eCXPO9TWIQvg8Ucayk6AF-L1J2p8xh7LbWrOj2YxDp48e54LaSzvZgeyAdNjgXGX2chKpFRYbBQkGfZw/s1600/ca+bianca.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6YlQoZO2u1wKWj2qcgHRyEs47D8S39iklpcQhwvazdjYX_J5ObnbceERYzy5eCXPO9TWIQvg8Ucayk6AF-L1J2p8xh7LbWrOj2YxDp48e54LaSzvZgeyAdNjgXGX2chKpFRYbBQkGfZw/s1600/ca+bianca.jpg" /></a><span style="font-family: inherit;">I Colli Euganei stanno facendo di curiosità virtù, è movenza poco conosciuta nel giro che conta ma la stanno facendo. Esistono diversi tentativi di dare "volti nuovi" ai vitigni tipici dei colli padovani, tutti molto interessanti e ne abbiamo già visti qualcuno in passato ma quello che mi piace di più, forse perchè il più distante dai miei gusti personali, è la voglia di dare un "finale diverso" alla storia del "Fior d'arancio". </span><span style="font-family: inherit;">Mi è per questo piaciuta moltissimo la produzione di</span><b style="font-family: inherit;"> <a href="http://www.ca-bianca.it/index.htm">Ca' Bianca</a>,</b><span style="font-family: inherit;"> il </span><a href="http://www.ca-bianca.it/index.htm" style="font-family: inherit;"><b>Fior d'Arancio DOCG Colli Euganei Secco</b></a><span style="font-family: inherit;">. </span></div>
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</span><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Ca' Bianca è cantinona rinomata in quel di Cinto Euganeo ed è molto citata per la sua propensione alla moscata gialla degli Euganei, certo però che la sua versione "secca" ad oggi non ha rivali. </span></div>
</span><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><b>Faccio notare che l'assaggio di cui oggi ci dilettiamo non è cosa per tutti,</b> è un assaggio molto particolare; avuta l'occasione di versarlo ad amici in diverse occasioni ho facilmente notato come solo i palati più fini o almeno interessati, innovativi, abbiano colto la straordinarietà della cosa, per altri era invece magari una imperfezione, una inconsuetudine da riparare, quasi un errore. </span></div>
</span><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Il nostro <b>Fior d'Arancio Secco </b> si presenta al naso denso e ampio di profumi tipici, fiori in evidenza ma soprattutto profondamente agrumato, dolce, carico, bello tondo, abbiamo al naso quasi uno spumante se non fosse per quel particolare che manca, quel sintomo olfattivo che regala di solito la bollicina e che qui non c'è. L'assaggio è sorprendente, l'inversione delle sensazioni è immediata, in bocca non c'è più il dolce del naso, rimane l'agrume per quello che è, anche un po' acre, decisamente secco; il palato rileva perfettamente distinguibile l'uva, il sapore diligente e piacevole di moscata gialla appena colta, il sapore del ramo, quel pizzico di sensazione di "verde" che però consegna quasi una regalità all'assaggio. La beva rimane sempre abbastanza ampia, senza riserve, costante. E' il primo assaggio che sorprende e disorienta poi si fa apprezzare, il distacco olfatto/papilla rivela una gradevolezza originale e molto interessante. </span></div>
</span><span style="font-family: inherit;"><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Ca' Bianca ha messo in giro questa bottiglia che deve fare ancora un po' di strada ma che si trova già a buon punto, eccome se è a buon punto. <a href="http://www.parcocollieuganei.com/"><b>Fate un giro sui Colli Euganei </b></a>alla caccia di Fior d'Arancio, secco però!</span></div>
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<span style="font-family: inherit;">.</span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
</span></div><div class="blogger-post-footer"><a href="http://twitter.com/share" class="twitter-share-button" data-count="none" data-via="StefanoilNero" data-related="aristideblog" data-lang="it">Tweet</a><script type="text/javascript" src="http://platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-59165180361718302692012-04-07T19:00:00.000+02:002012-04-07T19:00:05.826+02:00BUONA PASQUA<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtLX_ARnce_RY7vlmNGGLIpU7_cySvwsWxurkO0QpDuCV_atmLJawSZRi6w3W4RZ8byllIEmSq0-u5_smi11XsI9yD29krBg0idM5GN8SNUsfBlcyeu_xT4MDLLJPotZSpPcTDjkKka60/s1600/Risurrezione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="264" nda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtLX_ARnce_RY7vlmNGGLIpU7_cySvwsWxurkO0QpDuCV_atmLJawSZRi6w3W4RZ8byllIEmSq0-u5_smi11XsI9yD29krBg0idM5GN8SNUsfBlcyeu_xT4MDLLJPotZSpPcTDjkKka60/s320/Risurrezione.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><strong>La Risurrezione - Giotto - Cappella degli Scrovegni - Padova</strong> </td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
"All'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva." </div>
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<strong>Benedetto XVI</strong></div>
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</div><div class="blogger-post-footer"><a href="http://twitter.com/share" class="twitter-share-button" data-count="none" data-via="StefanoilNero" data-related="aristideblog" data-lang="it">Tweet</a><script type="text/javascript" src="http://platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-72188987369618171762012-04-04T08:00:00.000+02:002012-04-04T08:00:10.473+02:00CAMPO CENI 2003 DEL RICASOLI ED IL REBUS DELL'INVECCHIAMENTO<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7SAfMd-lid9L8WSpmpH7PLx43AHm9wwfRWf0uV0KrZsf9OswV9O-Mr_1g4WXp_EcKwRgDGZc4bxz1MGc_udnME-3isfzB0KU_ZYA-zHsGKoTZMddMYvFp8xTJQZUl4vLDTR7GTLrgkoQ/s1600/CAMPO+CENI+1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7SAfMd-lid9L8WSpmpH7PLx43AHm9wwfRWf0uV0KrZsf9OswV9O-Mr_1g4WXp_EcKwRgDGZc4bxz1MGc_udnME-3isfzB0KU_ZYA-zHsGKoTZMddMYvFp8xTJQZUl4vLDTR7GTLrgkoQ/s200/CAMPO+CENI+1.jpg" width="136" /></a>Ogni volta che ci si imbatte nella etichetta marchiata 2003 il commento è lo stesso "brutta annata". <b>Il 2003 è infatti un marchio di fabbrica, una ostile protuberanza nel corso del tuo assaggio</b>. Il 2003 è stato anno caldo e con poca acqua, viti sofferenti, enologi al culmine di un esaurimento nervoso. Chi lo sa, magari non è sempre vero e così ecco estratta dalla cantina una bottiglia vittima di tanta annata e l'assaggio si cimenta con <a href="http://www.ricasoli.it/"><b>Barone Ricasoli Campo Ceni IGT Toscana 2003</b></a>.<br />
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Trattasi di sangiovese del sud toscano e quindi vitigno spogliato nel settembre avanzato quando magari il caldo agostano di quel 2003 era trascorso e ci si era goduta qualche pioggerellina settembrina, ecco forse qui non vale la regola del 2003 o forse si, vale lo stesso, poi c'è anche la storia che il vino è un po' vecchietto: quel che vale sarà l'assaggio non le chiacchiere. </div>
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<a href="http://www.ricasoli.it/"><b>Il Campo Ceni</b></a> al tempo si produceva in oltre duecentomila bottiglie, non proprio una tiratura esclusiva o di gran riserva, ma un numero comunque bassino se si tiene conto dei "numeri" toscani di questo vitigno. Il nostro si è fatto 9 mesi di botti di rovere e 2 mesi di affinamento in bottiglia, gli altri sette anni li ha fatti con me. Prima di metterlo nel bicchiere l'ho lasciato 4 ore a farsi strada nella sua storia, quando è sceso nel cristallo era denso, di colore viola scuro con riflessi di rosso antico. Il naso carico di mammola, delicati sentori di leggera passivazione, tostatura di caffè, profumazione piacevole, inaspettata. L'ingresso in bocca subito scorrevole poi più grave, allappante ma sempre composto e senza eccesso. Una sensazione al palato di staticità ma anche di un vino intatto, senza sbavature. Presenza di tannino abbastanza importante con sapori di mora. Vino assolutamente "non duro" ma tipicamente toscano. Quando ho stappato il Campo Ceni 2003 non credevo di trovare ancora una bottiglia così indenne, un vino integro nei profumi e nei sapori. </div>
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Ho una cantina fornita di vini rossi di annate che superano il decennio e capita che all'apertura qualche bottiglia non sia accessibile. Il mistero, che tale non è, dell'invecchiamento in bottiglia dipende da variabili ambientali di conservazione indiscutibili ma altrettanto indiscutibilmente dal tipo di uva, metodo di produzione ed altre variabili di cantina. Gli "esperti" consigliano non andare oltre i 3 anni di mantenimento nella propria cantina (in buone condizioni). Gli appassionati invece sanno che la sfida della collezione del vino, ad uso poi berselo non fargli fare la fine della statuina, raccoglie con se elementi di novità e di soddisfazione difficilmente descrivibili; non vale la regola dei tre anni, vale il sapere quando si vuole berlo, sapere quello che si vuole capire o si spera di trovare nella bottiglia da "collezione breve". Campo Ceni è stato una vera bella sorpresa ma il sangiovese, si sa, fa spesso miracoli.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj6QnmJe16pTgECax-KfNZpmQIWxRWShlEjwm844buw3oGKwu8SXXViGlslQvmRswn6347E82NcuQQvyAAMG9Apdy1e1rLSC2AKNm6hsvBLIWFzWnvk__26yAiNzkou2mdbmSB2L5d5G0/s1600/toscana-igt-2001-sassoalloro-jacopo-biondi-santi_3871_3.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj6QnmJe16pTgECax-KfNZpmQIWxRWShlEjwm844buw3oGKwu8SXXViGlslQvmRswn6347E82NcuQQvyAAMG9Apdy1e1rLSC2AKNm6hsvBLIWFzWnvk__26yAiNzkou2mdbmSB2L5d5G0/s1600/toscana-igt-2001-sassoalloro-jacopo-biondi-santi_3871_3.jpg" /></a></div>
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Mi accorgo solo ora che uno dei miei vini preferiti,<b> uno dei sangiovese toscani che hanno accompagnato i miei primi passi nel vino</b>, proprio lui non ha mai trovato spazio nel mio blog, in questa mia personale cantina on line fatta di parole e assaggi. Non so quante annate del Sassoalloro ho assaggiato, ne ricordo averne stappata una che aveva nove anni, del resto il produttore parla di anche quindici anni di longevità. Avevo solo una annata in cantina, è venuta in tavola con me e così mi sono ritrovato davanti finalmente "<b><a href="http://www.biondisantimontepo.com/">Sassoalloro Jacopo Biondi Santi Toscana IGT 2006"</a>.</b> <a name='more'></a></div>
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<b>Jacopo Biondi Santi è la discendenza del Brunello</b>, quel vino è nato a casa dei suoi avi, piace ricordarlo, piace a tutti ricordarlo anche se oggi il Brunello non può essere di casa con Jacopo che esplora invece le terre del rosso di sangiovese e del Morellino. La sua produzione è una delle più note nella mia cantina, oggi si punta il naso ed il palato su una delle produzioni che io apprezzo di più: il Sassoalloro. <b>E' un vino di sangiovese grosso,</b> quello del Brunello per intenderci, si fa 14 mesi in barriques e poi esce in bottiglia con il suo 14% di grado alcolico. Stiamo parlando del 2006 del Sassoalloro e, lo dico subito, il suo assaggio ha dato la sensazione di essere disponibile e pronto ma un anno o due in più avrebbero regalato ancora maggiori emozioni. Ci accoglie con un colore rubino lucente tendente al rosso, intenso e non eccessivamente "pesante" nel bicchiere. Al naso subito tondo, composto, aperto di fiori e frutti di bosco, mora, molto omogeneo, profumazione lunga. In bocca è subito ciliegioso, tondo, vivo, moderatamente allappante, assolutamente vellutato ed amabile, il finale di questo 2006 pecca di scarsa acidità e nel complesso è forse solo leggermente ma comunque sopra le righe per "dolcezza". Nel complesso è la sua struttura non aggressiva che ne fa la esatta interpretazione di una distesa di fiori di campo. Una sensazione molto gradevole per un rosso che forse può dare a tavola maggiori soddisfazioni che non quelle tipiche "carnivore" del sangiovese toscano. Ho un debole per il Sassoalloro lo ammetto, mi piace questa interpretazione così gradevole e morbida del sangiovese grosso, la leggerezza del suo tannino, l'ampiezza dei suoi profumi. Se lo conosceste bene vi innamorereste sicuramente anche voi.</div>
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</div><div class="blogger-post-footer"><a href="http://twitter.com/share" class="twitter-share-button" data-count="none" data-via="StefanoilNero" data-related="aristideblog" data-lang="it">Tweet</a><script type="text/javascript" src="http://platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-88657736542291221632012-03-22T08:15:00.001+01:002012-03-22T08:15:37.959+01:00NEGRAMARO TENUTE MATER DOMINI, BEL SOLE SPLENDE IN PUGLIA<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiYD_sHWTABHLwHBQSFG0lKGSbYKQv7QmTf7ZNFw071XJ6GyuUxVSskwy_KCPr2FVyhcTQ0424BNZ9qFdB53F2qO645F1GHNGKgEI81R8CrYpLzwcNxIs6k_uqm3FWVRXvBC2hujCcw2M/s1600/marangi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiYD_sHWTABHLwHBQSFG0lKGSbYKQv7QmTf7ZNFw071XJ6GyuUxVSskwy_KCPr2FVyhcTQ0424BNZ9qFdB53F2qO645F1GHNGKgEI81R8CrYpLzwcNxIs6k_uqm3FWVRXvBC2hujCcw2M/s200/marangi.jpg" width="71" /></a><span style="font-family: inherit;">Ci ho fatto un saltino ultimamente,<b><a href="http://www.viaggiareinpuglia.it/"> un giro in Puglia</a> </b>fuori dalla stagione dei bagni, <a href="http://www.viaggiareinpuglia.it/"><b>un giro in Puglia</b></a> ad annusare<b><a href="http://www.viaggiareinpuglia.it/idee-viaggio/it/25/I-tesori-del-Salento"> il Salento</a></b>, bhe un giro in Puglia effettivamente si può fare in qualsiasi stagione. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Una bottiglia di Negramaro per festeggiare il giro salentino, <b><a href="http://www.tenutematerdomini.it/">Tenute Mater Domini, Negramaro Marangi Vino rosato 2010 IGT</a></b>. Sapete che mi sto dirigendo solo verso questo bere leggero e disimpegnato? Ho il periodo fatto così! Mi piace questa cosa da calzoncini corti e senza papillon. Non che questo Negramaro fosse particolarmente alla buona, tredici gradi di volume alcolico non sono proprio banalità ma aveva comunque un incedere sbarazzino ed è per questo che vi sto raccontando perchè mi è particolarmente piaciuto. </span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><a name='more'></a></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><b>Tenuta Mater Domini è un progetto salentino di recente identificazione</b>, sono 80 ettari distribuiti sulla zona, il rosato, a cui si è dedicato l'assaggio di oggi, arriva dai 25 ettari di Masseria Fontanelle zona ad alto terroir, comune di Salice Salentino, coltivazione ad alberello. Questo Marengi affronta una vinificazione in bianco e fermentazione malolattica parziale, due mesi di affinamento in bottiglia e poi è pronto per noi. </span></div>
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<span style="font-family: inherit;">L'assaggio è stato particolarmente piacevole già all'atto del versare nel bicchiere perchè questo Negramaro Marengi si è subito dimostrato di media densità ma, prima di tutto, di un colore bellissimo: un colore aranciato al quale dietro sopravviveva la punta rosata, particolare, bello. Al naso è delicato e pungente, leggermente avvinato, componenti di pesca e di agrumi freschi, frutta fresca. Sul palato immediatamente è docile, poi fruttato con forte richiamo alle sensazione del naso. Un buon equilibrio caratterizza questo Negramaro ed anche la sua intensità che pur non concede tregua fa si che questa produzione Mater Domini diventi anche simpatica e si faccia distinguere dal solito panorama del "rosato veloce". Il finale con una punta acida di grande discrezione ed una sensazione di piacevole chiusura tipica dei rossi di cui questo Negramaro mantiene però una caratterizzazione molto parziale. Bel sole in Puglia, buono questo Negramaro</span></div>
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</div><div class="blogger-post-footer"><a href="http://twitter.com/share" class="twitter-share-button" data-count="none" data-via="StefanoilNero" data-related="aristideblog" data-lang="it">Tweet</a><script type="text/javascript" src="http://platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-36616398078211416242012-03-07T00:04:00.001+01:002012-03-07T07:49:17.888+01:00VILLABELLA ED IL SUO BARDOLINO "POZZO DELL'AMORE"<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOU2rc3LyO3aA5zaLgPlyyRMpu23shXAgaDGBC9jdlCR8nEPg8oVArSk55zBh45rxZILOp17g_3xKfiCYtpv1s4p8J1UoXRGVy0_ki4TUyMoqpNxJjaIxKE9CTJ8wXJ_HQLggXosk_xqI/s1600/label_rosa_chiaretto.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOU2rc3LyO3aA5zaLgPlyyRMpu23shXAgaDGBC9jdlCR8nEPg8oVArSk55zBh45rxZILOp17g_3xKfiCYtpv1s4p8J1UoXRGVy0_ki4TUyMoqpNxJjaIxKE9CTJ8wXJ_HQLggXosk_xqI/s1600/label_rosa_chiaretto.jpg" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Villabella è un progetto del 1971, proprietà divisa fra due famiglie e attività estesa un po' su tutto il territorio veronese ed il sottoscritto, in anticipo con l'estate o in tempo per una buona bottiglia, fate voi, sceglie di portarsi in assaggio un loro Bardolino.</span></div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><a href="http://www.vignetivillabella.com/default.asp"><b>Vigneti Villabella</b></a> non è proprio una cosina semplice semplice, sede a Calmasino nel cuore del Bardolino, ha 170 ettari di proprietà e 50 in affitto, produce circa mezzo milione di bottiglie con tutte le varietà di vino veronese a listino. La nostra scelta di Villabella è caduta sul "Pozzo dell'amore Bardolino Chiaretto DOC Classico 2011 L11340" e adesso vediamo come è andata. Di questo Bardolino Villabella ne produce circa 30.000 bottiglie, è un uvaggio prezioso di Corvina 50%, Rondinella 30% e Molinara 20% e Villabella ci tiene ad informarci che la sua prima produzione è del 1987. Scende leggero nel bicchiere, molto bello il colore rosa un po' anticato, limpido e scintillante. Al naso è delicato di fogliame e, grande evidenza, di lampone, profumazione spalancata, aperto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Palato quasi setoso che richiama fortemente il naso, il finale è docilmente persistente con fresco ritorno di spezie. Molto equilibrato, sobrio. Un chiaretto di classe, bella la gustosità di fragolina, un vino che porta alla equilibrata ripetizione del sorso quanto è piacevole.</span></div>
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</div><div class="blogger-post-footer"><a href="http://twitter.com/share" class="twitter-share-button" data-count="none" data-via="StefanoilNero" data-related="aristideblog" data-lang="it">Tweet</a><script type="text/javascript" src="http://platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-58744373986220896502012-02-27T22:30:00.000+01:002012-02-28T08:27:42.985+01:00SFIDA SERPRINO: SELMIN ED IL SUO PIANZIO.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFSbseKWLFV5yJdm-CcSJsG03yJkH9y4HUWy6vFMzmx93bVhCQwjINuVN91i7nHNa2mKgzlCWGHV0Cs4PeEmhf5wYuWo8OgukEWzQH8yvjnqd4Xhztx2M4UywIHD3LEkPD9XKouRoa6ps/s1600/serprino_grande.gif" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFSbseKWLFV5yJdm-CcSJsG03yJkH9y4HUWy6vFMzmx93bVhCQwjINuVN91i7nHNa2mKgzlCWGHV0Cs4PeEmhf5wYuWo8OgukEWzQH8yvjnqd4Xhztx2M4UywIHD3LEkPD9XKouRoa6ps/s200/serprino_grande.gif" width="143" /></a>Io accetto le sfide, se legittime e razionali naturalmente, non sono un tipo che si tira indietro. Da tempo vado condendo di complimenti un determinato serprino, ho scritto e dico in giro che per me quello è il migliore e, si sa , a far così prima o poi incontri qualcuno che ti dice "<i>ma va là, prova questo!</i>". In verità ne ho incontrato più di uno e fra questi uno merita più della sola menzione: è così che è entrato in singolar tenzone il <b><a href="http://www.ilpianzio.it/Default.asp">Serprino DOC Colli Euganei Il Pianzio 2010 di Selmin Soc Agr. </a></b></div>
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La Selmin è una <b>azienda tipica del colle padovano</b>: ci lavora tutta la famiglia, superfice non esagerata (15 ettari), vocazione assoluta al Fior d'Arancio con il quale ha preso premi al Vinitaly, dedizione da piccolo produttore artigiano. Ad onor del vero il sottoscritto, si sa, non considera tutte queste come "qualità" necessarie o importanti e vi lascio indovinare quali siano fra queste le "respingibili". </div>
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La famiglia Selmin ha la sua azienda ai piedi del Monte Rua, comune di <a href="http://www.galzignanoterme.org/hh/index.php?jvs=0&acc=1"><b>Galzignano Terme</b></a>, territorio bellissimo del comparto collinare euganeo. Galzignano è terra di monasteri benedettini, bellissimi sentieri da trekking , c'è <a href="http://www.valsanzibiogiardino.it/"><b>Villa Barbarigo ed il suo labirinto</b></a>, aree alberghiere dedicate al wellness, campi da <a href="http://www.galzignano.it/ita/golf.html"><b>golf a 9</b></a> e <b><a href="http://www.golfpadova.it/HOME.aspx">27 buche</a>,</b> il posto giusto dove chiedere buon vino. </div>
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<b>Andiamo allora al nostro serprino del Pianzio</b>, la temperatura di assaggio è buona, oscillerà da inizio a fine fra i 7° e i 9°. Bel colore giallo delicato con bollicina persistente ed elegantina. Al naso molto belle le sensazioni, ampiamente distinguibile la mela e l'acacia, fiore composto, foglia non stucchevole. Bel palato. sensazione amarognola leggera ma persistente , aperta, pizzicante, mai invadente la bollicina. Assolutamente docile e piacevole, questo serprino del Selmin è una bella cosa.<br />
Un invito in più per chi vuol bere bene e senza esagerare con il grado (11,5%), vuol bere delicato senza cercare sontuosità. Avanti con la gara, chi mi da il prossimo serprino? </div>
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</div><div class="blogger-post-footer"><a href="http://twitter.com/share" class="twitter-share-button" data-count="none" data-via="StefanoilNero" data-related="aristideblog" data-lang="it">Tweet</a><script type="text/javascript" src="http://platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>Stefano Franceschi "Il Nero" http://www.blogger.com/profile/18186521973716212448noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6411291488135187062.post-33567657257986529672012-02-20T22:24:00.000+01:002012-02-23T22:24:45.073+01:00RITORNA IL TRASIMENO DEL DUCA , BACCIO DEL ROSSO DOC<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdghi995tqCMcBT_h7iT4BZ6ni5MktflK37QygkooGVcoluqJCGYrvoKO_of53vYHOMrZ-PIV_3WjZ6CxZMvv0qNPdQuk4rGE5kmE9Jqo0tn_xImuAI5vYvMZ4GoeOOZGck9QINnzt9kc/s1600/Baccio_del_Rosso.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdghi995tqCMcBT_h7iT4BZ6ni5MktflK37QygkooGVcoluqJCGYrvoKO_of53vYHOMrZ-PIV_3WjZ6CxZMvv0qNPdQuk4rGE5kmE9Jqo0tn_xImuAI5vYvMZ4GoeOOZGck9QINnzt9kc/s1600/Baccio_del_Rosso.jpg" /></a>La Cantina del Trasimeno <a href="http://www.stefanoilnero.com/2010/11/duca-della-corgna-trasimeno-gamay-doc.html"><b>ha già fatto parte dei nostri orizzonti , </b></a>e la bellezza del suo gamay che mi ha convinto a ritentare l'assaggio. Questa volta però ho guardato un po' più in basso, vado per i blend, del resto in questo periodo sto cercando vini che vadano in tavola più facili, che si facciano ricomprare anche senza la occasione speciale. La mia ricerca con il rosso perugino di oggi pare aver trovato buona soddisfazione, ho decisamente apprezzato l'assaggio del<b> <a href="http://www.cantinadeltrasimeno.it/">Baccio del Rosso 2010 DOC Rosso del Trasimeno</a>.</b> </div>
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<a name='more'></a></div>
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E' un uvaggio sangiovese e gamay, la mia curiosità di capire, di confrontare gusti e sapori, mi rende particolarmente curioso e cerco allora tra le fonti della cantina se mi danno l'esatta percentuale del benefico mix. Si parte dalla etichetta, il primo posto dove ci dovrebbe essere tutto e invece ...ricerca vana. Duca della Corgna è il marchio prelibato della cantina perugina del lago, il gran nome, quello che dichiara qualità ed allora io, secondo voi, ho ragione e sentirmi, anche solo poco poco, adombrato a non aver trovato alcuna informazione tecnica specifica sulla etichetta e sulle altre fonti della Cantina? Perchè il consumatore non deve sapere? Il disciplinare del Rosso del Trasimeno è infatti abbastanza aperto e recita: " <i>Sangiovese:almeno il 40%, Ciliegiolo, Gamay, Merlot,Cabernet dal soli o congiuntamente, almeno il 30, possono concorre alla produzione di detto vino altri vitigni a bacca di colore analogo, presenti in ambito aziendale,autorizzati e/o raccomandati per la provincia di Perugia fino ad un massimo del 30%</i>".</div>
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Passaimo all'assaggio perchè dimostrato che chi sta dentro la bottiglia ci capisce spesso di più di chi sta fuori. <b>Il Baccio del Rosso</b> è bello nel bicchiere anche se di colore cupo, al naso è carico di spezie perfettamente distinguibili (cannella in primis) ed un giro di frutta rossa. Vinoso , mediamente denso al palato, in bocca si apre poi bene e diventa gentile pur allappante. I suoi 14 gradi alcolici si fanno sentire un po' troppo e scompongono un po' il buon livello di armonia. Alla fine la sensazione è di buona gradevolezza, un vino che rispetta in pieno la mission dichiarata in partenza. Bravo il Baccio !</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIgCq4JbKLyUVYzlMOouNTJTHGJ6yTBDGhyphenhyphenfYKhU2hIzTqz9F2aKnmuQYSsZgDhCZXA-P6z4H3ZwaEe8XJKk40Ik3o8WqaDEbZvBbpMeEPO6aD6V1XVLYTn5GIbyyhML1wWmFHxgP81IU/s1600/LogoRainoldi.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIgCq4JbKLyUVYzlMOouNTJTHGJ6yTBDGhyphenhyphenfYKhU2hIzTqz9F2aKnmuQYSsZgDhCZXA-P6z4H3ZwaEe8XJKk40Ik3o8WqaDEbZvBbpMeEPO6aD6V1XVLYTn5GIbyyhML1wWmFHxgP81IU/s1600/LogoRainoldi.JPG" /></a></div>
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<a href="http://www.valtellina.it/index.html"><b>Valtellina</b></a>, nebbiolo, Inferno ovvero chiavennasca. La Lombardia delle valli è la più enigmatica ed intrigante, certo per i suoi vitigni ma soprattutto per alcuni assaggi che pochi direbbero, con tutto il rispetto, lombardi. Perchè si sa il palato si fa delle idee, tutte sue, poi si smentisce da solo. L'assaggio che ci raccontiamo ora è cercato ed innanzi tutto ricercato. Sono andato a scomodare la <b><a href="http://www.rainoldi.com/">cantina Rainoldi</a>,</b> pregiatissima della Valtellina, l'assaggio è il suo <b><a href="http://www.rainoldi.com/">Valtellina Superiore Inferno DOCG 2007.</a></b><br />
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Per Rainoldi l' anno di fondazione è il 1925, la zona è la<b> <a href="http://www.provincia.so.it/">provincia di Sondrio</a></b>, località <a href="http://www.comune.chiuro.so.it/"><b>Chiuro</b></a>. Oggi Rainoldi compone quasi 200.000 bottiglie ed il suo mondo è in grande evoluzione, prima nuova bottaia ed ora nuova cantina di vinificazione, al centro della propria produzione da sempre il "nebbiolo". L'inferno è una sottozona molto particolare, la più "ripida" della Valtellina ed anche la più piccola. Sottoposta nel periodo estivo a temperature alte, da cui la denominazione "infernale", rappresenta a mio avviso il piccolo fiore all'occhiello della <b><a href="http://www.valtellina.it/index.html">Valtellina</a> </b>vitivinicola, un fiore non sempre facile da cogliere se anche Rainoldi, ad esempio, realizza "inferno" solo se la annata lo permette. L'Inferno del Rainoldi è 100% Chiavennasca (così si chiama qui il Nebbiolo), si fa due anni di vinificazione in botte di rovere ed uno in bottiglia prima di andare sullo scaffale della enoteca,l'assaggio è un 2007, bottiglia L09343. Bel colore rosso rubino con delicati riflessi rosa, il colore è una delle cose più affascinanti di questa produzione; il naso è secco e deciso, evidente fin da subito il legno, la menta, il cuoio, frutta rossa, pieno il lampone, un po' di spezia lontana per una chiusura di gran grazia. </div>
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La beva è mediamente strutturata con il ritorno subito di frutta e solo un breve giro di tannino che passa sul palato a dare la giusta aggressività ad un vino che non si fa tondo ma rimane in vero equilibrio. Piace molto quel suo essere forte ma senza esagerare, deciso ma senza essere invadente. Assaggio molto ...bello. Una bottiglia di ottimo livello, un passaggio da consigliare agli amici, un inferno, questo solo si, davvero da augurarsi.</div>
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