Questo è il wine blog di Stefano Il Nero, un contenitore indipendente, indisponente ed insufficiente di impressioni sul vino
ed il suo mondo.
Al centro il gusto, la tradizione, il territorio.

mercoledì 13 gennaio 2010

SCAIA BIANCA 2008 IGT TENUTA SANT'ANTONIO (VR): FRAGRANZA SFRONTATA


Il tappo in vetro fa di questa bottiglia una confezione per stilisti ed una chicca per gli intenditori: sobria ed elegante, alta tenuta ed isolamento dall’esterno e nessun problema di potenziali “sapori vari di tappo”. Cominciamo bene.
Dove è questa cosa…..uscita Casello Verona Est , giri intorno al buon San Martino e poi su verso Mezzane di Sotto: Tenuta Sant’Antonio. Mi ci devo fermare (quante tappe mi riprometto, ma tanto prima o poi le faccio tutte).
La bottiglia infatti mi arriva dal Luca che è passato dalla versione “i vini sono tutti uguali” ad averci la sua Enoteca preferita facendoci gustare citazioni autorevoli del tipo “ciapa qua che questo l’è na spremuta”. Spremuta in che senso? Di agrumi…..ma…..come no!.....bhe andiamo con ordine. Assaggiamolo……e vediamo…….
per continuare a leggere questo post clicca su Continua
.

Scaia Bianca 2008 Tenuta Sant’Antonio, una di quelle cose di cui non vedo l’ora sapere il parere della Maria Grazia perché, lo dico sempre, non di solo Amarone vive il veronese.
Scaia per ricordare forse la scaglia del terreno calcareo di provenienza anche se, andando al sodo, il vero protagonista del bianco in questione è il suo uvaggio: Garganega 50%, Trebbiano Soave 30% e Chardonnay 20%. Azzeccatissimo anche nel procedimento dichiarato ad alto sostegno aromatico.
Assaggio effettuato a diverse temperature, per quanto possa essere significativo, per affinare gusti che, in questo caso, è più che mai un peccato nascondere.
Primo step ad 11°C per gustare i 12,5 ° di alcol della Scaia, colore decisamente giallo scarico, nessuna intersezione, elegantino al colore; profondo e composito al naso, riconoscibilissimo ed intenso il mondo degli agrumi, forte arancia, fortissima, come un secco maestrale arriva al naso il pompelmo. Il naso è densissimo di sensazioni e prorompe, semplice e decisivo, il tipico piccante autorevole profumo dello chardonnay che si confonde agli agrumi con spietata eleganza. Lo chardonnay lo ritroveremo subito anche all’assaggio dando a questo vino un suo personalissimo non esagerato equilibrio. I fiori della garganega in evidenza in chiusura. Inebriante. (Capite la spremuta ora ?).
Bevuta intensa ma non pesante, media lunghezza ma non garbata, sapido con un tocco finale di leggera acidità, penetra senza esagerare. Raggiungendo i 13 °C aumenta il piccante e diventa simpaticamente grosso (non grossolano).
Un vino che fa sentire il suo grado e velocemente regala una raffinata sensazione dello status “gota rossa”, piacevole. Secondo me sprecato in aperitivo, da portare a tavola, da pesce senz’altro.
Un vino sfrontato, non intenso ma capace di farsi ben sentire e poi i profumi………
Congratulazioni alla Famiglia Castagnedi.
.

1 commento:

  1. Vorrei commentare come farebbe Erminio da Resana (chi ascolta Radio Padova sa di cosa parlo!)ma il mio dialetto fa ridere. Comunque non è che "tutti i vini sono uguali" è che "tutti sono di facile classificazione". Riassumo per i tuoi amici esperti che sentono il profumo delle bacche di mirtillo selvatico dell'Antolya ed illicium verum (vediamo se siete bravi!) in vini prodotti sulle colline di Brixen (Bressanone, Sud Tirolo, Italia): due categorie principali: bianchi e rossi, prima sottocategoria: fermi e frizzanti che si distinguono poi in buoni e cattivi e che si suddividono in quelli che danno bruciore di stomaco e mal di testa ed in quelli dei quali ne puoi bere una bottiglia da solo senza il minimo problema (punti patente a parte). Purtroppo un corso di degustazione durerebbe con me circa ...diciamo 15 minuti comprese le presentazioni! Lo so, lo so, lo so, sono un miscredente. D'altro canto se avessi ragione sai quanti sommeliers a spasso con le mani in tasca e quanti blog vuoti!

    RispondiElimina

Prima di scrivere il post ricordate: "Per prima cosa dovete avere ben chiari i fatti; così potrete distorcerli come vi pare." (Mark Twain)