Questo è il wine blog di Stefano Il Nero, un contenitore indipendente, indisponente ed insufficiente di impressioni sul vino
ed il suo mondo.
Al centro il gusto, la tradizione, il territorio.

domenica 29 maggio 2011

PETRARCA RUGBY : CAMPIONE D' ITALIA

CAMPIONI D'ITALIA 
 Il Petrarca Rugby Padova convince e vince la finale per lo Scudetto del rugby italiano. 
Il Petrarca,  una storia bellissima  che si conferma leggenda 
FORZA PETRARCA

martedì 24 maggio 2011

AL PEGGIO NON C'E' MAI FINE: sociaList BATTE I RECORD DEL DIS-GUSTO

sociaListi e socialisti
Prendi una non-idea , ovvero far votare un vino con un click via internet , mettici un nome di una idiozia favolosa frutto di troppa televisione poco realismo e zero rispetto, appioppaci un marchio conosciuto ma falsificato il giusto per non venir denunciati a piede sciolto ed ecco il nuovo evento della rete: sociaList.
Loro, i creatori della cosa, detengono un nome ed allora una serie di blogger, per fortuna non sempre convinti sintomo che c'è ancora del cervello in giro, tributano una serie di post a volte osannanti.
I creatori di tanta ideona para-politica, paravitivinicola, para-metteteneunoavostrafantasia, leggo qui e qui essere Marco Monaci ed Andrea Gori  e questi ci comunicano : "A partire dal 23 Maggio fino al 30, gli appassionati di vino e di web potranno visitare il sito di #sociaList, votare il loro vino preferito tra quelli scelti dai blogger e produttori che hanno partecipato al progetto, e decidere quali saranno i vini che entreranno a far parte della nuova carta dei vini della Locanda del Glicine".
Wow !! Wow ??? Oggi su questo blog  non si parla di vino, bando alle cose serie oggi si parla di bischerate, tanto per parlare come a casa del Gori.
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Andate sul sito dei tovarishList e votate per un vino che non avete magari mai neanche visto o del quale non sospettavate nemmeno l'esistenza e la Locanda del Glicine ve lo mette nel Menù alla faccia dello chef e del sommelier. Questo però è il minimo anche perchè internet abitua a queste prese di posizione al buio, diversamente non si può,  è il modo migliore che la rete ha di far apprezzare la compagnia fisica di un amico e di una bottiglia: il bicchiere sulla tavola proprio grazie ai social-network diventa una esperienza inestimabile.
Il contorno di questa iniziativa è la cosa veramente deprecabile

Il simbolo di questa iniziativa è infatti la distorsione del vecchio simbolo del Socialismo Europeo ed attuale simbolo della Internazionale Socialista, al posto della rosa, nel pugno, è stata messo un bicchiere di vino! La quantità di quelli che si sono girati nella tomba è proporzionale a quella dei vivi ai quali a vedere cotanto scempio di umanità è girato ben altro.
Usare il termine, pur "ritoccato" di socialista poi ! Ieri era Eduard Bernstein contro Marx & Co; si dicevano socialisti gli italiani Gaetano Salvemini, Carlo Rosselli, Ernesto Rossi,  Berneri, più recentemente piaccia o no Bobbio; recentissimi Tony Blair e Schroder, un po' di nomi di casa, Nenni, Saragat, Pertini, Longo, Craxi, Pannella e, a modo suo, Berlinguer. Mille idee di socialismo, forse anche troppe e qualche deviazione terribile (il nazionalsocialismo ed il socialismo reale). Storia di popoli, storia spesso difficile, storia lunghissima da raccontare, storie ed idee che magari non mi appartengono ma che io difendo lo stesso ed adesso da questi webreferandari trash perchè quella è comunque una cosa seria.
Arrivano questi qui e scimmiottano socialismo e relativo simbolismo facendoci un concorsino pure senza premi e vogliono i "complimenti per la trasmissione??". Ma fatemi un piacere.
Indignazione politica? Certo che no! Prima di tutto indignazione per il dis-gusto perpetrato da esperti del gusto e poi marcare del vino con simbolo e denominazione politica è proprio deviante. Ci si potrebbe anche far sopra quattro risate, ve li vedete i degustatori? "Questo barolo, decisamente fascistone al naso, si rivela pidielle o pd al primo assaggio (differenza labile difficile la distinzione) con un finale dipietrista (acidino)".
C'è di più, la sintesi finale è ben altra
Chi si lamenta del fatto che  il mondo dei produttori del vitivinicolo  non si affida ad internet, ai new-media , al web-marketing si guardi questo "progetto", così lo chiamano i sociaListi (ma progetto de che ??) , si guardi poi quanta di questo net-trash c'è in giro. La rete squalifica se stessa perpetrando effetti speciali che si rivelano effetti subnormali, povero vino costretto a sopportare tutti questi esperti di marketing !!!
Una iniziativa come questa dei compagnoList, pur nascendo da una non-idea, che effetto, che mercato, che ampiezza avrebbe avuto se fosse stata gestita più seriamente?
Fidel Castro al fin della giustificazione del suo operato un giorno disse "Il crollo del socialismo in alcuni paesi non significa che abbia fallito: ha perso una battaglia". Oppure ha incontrato dei sociaListi.
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lunedì 16 maggio 2011

IL VINO A TAVOLA E' LA VERA TRADIZIONE ITALIANA.

Lo spot pubblicitario della bevanda gassata internazionale , quello dove festante famigliola italiana anni cinquanta o giù di li va a tavola con la compagnia della bevanda 'mmericana, è una delle cose più brutte mi sia capitato di vedere negli ultimi tempi. In termini di brutture l'altra cosa decisamente pesante, non alla pari ma ci correva dietro, è stata quella del silenzio del mondo vitivinicolo e di molti dei suoi blogger più "famosi" davanti allo spot di cui sopra. Su molti blogger non ci contavo, molti di loro palesano una tale attenzione a loro stessi da non avere il tempo materiale di guardarsi anche intorno, ma sulla reazione dei viticoltori ovvero i produttori di vino, il loro silenzio...bhe...questa poi !
Ma per fortuna che c'è Ziliani, detto da me ..., che con il suo Vino al Vino ogni tanto molla un ceffone dei suoi e questa volta ha centrato la guancia giusta.
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Lo Ziliani riporta l'intero iter della vicenda incluse le proteste delle organizzazioni dei consumatori, le motivazioni a difesa della tradizione italica che di bevande gassate in tavola nisba nisba nisba, le ragioni di ordine salutistico e altre riflessioni.
Quello che dice nel suo post il giornalista bergamasco sulla vicenda lo condivido e quindi vi invito ad andare a leggerlo.
Alla chiosa però lo ZIliani scrive: " Come direbbero gli americani, I have a dream, ho un sogno. Una cosa semplicissima. Il sogno è che le varie associazioni dei produttori di vino italiano trovino per un momento il modo di mettersi d’accordo, di fare fronte comune, di decidere una strategia unitaria..... Che mettano le mani al portafoglio, creino un fondo comune e diano vita loro ad uno spot pubblicitario da far passare sulle reti pubbliche e private. Nulla di speciale, una sorta di parodia, in positivo, dell’advertising della multinazionale: una scena conviviale, una famiglia a pranzo..." , una famiglia a pranzo con davanti  un bel bottiglione di vino !!!
Allora....due riflessioni ed una considerazione finale.
La prima riflessione. Il fatto che possa esistere un clima unitario in Italia su un qualsiasi comparto produttivo, vino incluso, è una ambizione davvero rivoluzionaria ma non impossibile. In diversi settori qualcosa sta accadendo, il qualcosa l'ha fatto spesso la crisi economica e non il buonsenso ma almeno qualcosa si è visto.
Il settore del vino contiene degli esempi di unioni territoriali interessanti ma il lavoro di lobby o di advertising è ancora merce rara. Il perchè sta, secondo me, proprio nella radice di queste "unioni". Il mondo vitivinicolo permane nel suo immobilismo non perchè sconti "scarsa rappresentanza" ma proprio per il motivo contrario. Esistono una marea di consorzi, cantine sociali, strade del vino, unioni del vino indipendenti e no, unioni slow e unioni fast. Mille esempi di rappresentanza  che alimentano la loro esistenza, hanno la linfa del loro esistere, proprio nella divisione gli uni dagli altri. Le rappresentanze "tipiche" invece, sponda mondo agricoltura, non sono "introdotte". Sperare in un sogno unitario in un mondo dove ogni giorno qualcuno propone una
nuova scissione potrebbe essere fiato sprecato ma provarci è giusto.
Seconda riflessione. L'idea del "fondo comune...strategia unitaria.." è interessante, soprattutto considerando che il giornalista di cui sopra la propone nell'ottica di una stimolazione all'aumento del consumo di vino (naturalmente bevendo responsabilmente). Questa soluzione va però richiesta in primis, anche viste le condizioni del settore sopra riportate, alla politica (senza distinzione di parte). Uno spot che promuove il vino e le altre nostre specialità gastronomiche a tavola contro lo spot "gassato" sarebbe un buon spot per tutta l'Italia. Non si storga allora  il naso quando un ministro/presidente di regione promuove pesantemente il vino della sua terra, semmai si dica "speriamo lo facciano anche gli altri".
La considerazione aggiuntiva riguarda "il sogno". Il mondo blogger che fa?? Noi blogger siamo in rete, noi parliamo con i consumatori, noi dovremmo essere i primi a metterci del nostro, insieme, tutti uniti, con una strategia comune ed unitaria. Ve li vedete tutti i nostri blog con uno spot autoprodotto multilingue in contemporanea, un giorno intero su tutta la rete, con lanci e rilanci su tutti i social network? Un mese di campagna con un post alla settimana a testa sull'argomento, lanci alle agenzie di stampa ed alla carta stampata, alle televisioni nazionali e locali. Far impazzire la rete ed i media sull'argomento. Un mese di "strategia unitaria", da veri wine-blogger, dalla parte del vino e del suo consumo responsabile, apertamente a favore della vera tradizione italiana a tavola! Ecco un altro "sogno" che potrebbe essere interessante: il mondo blogger attivo e unito in una iniziativa forte.
Questa ultima cosa si può fare ? Ah no ?? Allora cosa ci aspettiamo facciano i produttori?
Anche io ho un sogno, ma il mio sogno è alta mora e con due ....., perchè nei blogger ci confido poco
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domenica 8 maggio 2011

CHIANTI 2007 DOCG DELLA CONTESSA DI RADDA. BELLA COSA.

Il prodotto leader del mercato italiano è il Chianti, questo stando ai dati della GDO ma si sa che la tendenza viene disegnata su quelli scaffali. Nell'ultimo anno il Chianti ha aumentato le vendite del 10% attestandosi da solo al 6% del mercato. Tanto per dare i numeri del vino e cogliere la portata della penetrazione commerciale Chianti diciamo che al secondo posto c'è il vitigno Lambrusco con il 4,7 ed al terzo il Barbera con il 3,3%
Anche per questo io continuo a scavare l'aria intorno a questo vitigno toscano ed arrivo oggi ad una cantina, tanto per stare in tema di numeri, da 1,6 milioni di bottiglie, 580 ettari vitati e 200 soci conferitori: parliamo di Agricoltori del Geografico. Ho assaggiato il loro Chianti Classico DOCG 2007 Contessa di Radda.
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Agricoltori del Geografico nasce nel 1961 come cooperativa a difesa del classico chianti, sono molti gli agricoltori che si mettono insieme per salvaguardare la risorsa più importante del loro territorio; sono passati 50 anni molte cose sono cambiate ma la idea del sessantuno sta ancora in testa alle classifiche. Le intenzioni sono diventate negli ultimi anni un "metodo", il "Metodo Chianti Geografico" è condiviso ed uniformemente applicato nelle vigne del Geografico. Analisi, controllo e gestione positiva del territorio, dicono i "geografici"essere il focus del loro lavoro.
Il fatto è che il loro Contessa di Radda testè assaggiato è una bella cosa, tanto per sfatare il mito che il "cantinone" grande non saprebbe fare il vino di buona qualità.
Nel bicchiere con un colore rubino non marcato, tipico di certo "classico" , appoggiato al naso subito sale una punta leggermente affumicata e dietro subito un inteso, permeante profumo di mammola, poco alcol, fine della percezione olfattiva con un ulteriore ritorno rotondo di fiore.
In bocca bello l'ingresso, rapido e molto ampio, tutt'altro che pesante e subito gradevolmente persistente la punta acida finale composita con sapori floreali evidenti, un vino che chiude con una leggera nota tanninca, solida ma senza esagerare.
Questo Chianti può andare a tavola tranquillamente nelle nostre case facendo la sua buona figura anche negli impegnativi tipici accostamenti ai quali si dedica di solito il chianti.
Questo vino è stato acquistato in GDO, un posto dove il vino bisogna sceglierlo, uno scaffale è sempre uno scaffale e la selezione la fa prima di tutto l'oste. Tutto vero così come è vero che senza l'oste..... .
La scansia ci ha regalato un "Geografico" di buona fattura, è stata una bella sorpresa. La mia ricerca sul vitigno leader, sul vincitore della Top parade in Italia continua!!


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