Questo è il wine blog di Stefano Il Nero, un contenitore indipendente, indisponente ed insufficiente di impressioni sul vino
ed il suo mondo.
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giovedì 18 marzo 2010

L'ULTIMA SCORCIATOIA DEI FURBETTI NEL RUGBY : IL CAMPIONATO DELLE FRANCHIGE.


Brutto periodo per scrivere di rugby, per chi ama questo nostro sport ogni recente notizia crea una buona dose di sofferenza.
Ho scritto la prima volta di Celtic League quasi un anno fa, ora la realtà, esattamente dipinta come descritta in quel post, si è riproposta in via definitiva con l’ammissione alla competizione del nord europa delle due “franchige” Aironi del Po (Viadana-Parma-Colorno-Noceto-Mantova-Reggio Emilia) e la Benetton Treviso sul cui effettivo ruolo di franchigia veneta è ancora calato una aria di mistero francamente fastidiosa.
Le polemiche sono state per mesi all’ordine del giorno, movimento sportivo scompaginato? Meglio dire a pezzi.
Fra le tante polemiche prendiamo qui molto brevemente in esame la meno intelligente ovvero la necessità della strutturazione in franchige dei partecipanti al nuovo campionato nazionale 2010/2011.
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Prima di tutto prendiamo il vocabolario della lingua italiana e vediamo il significato di franchigia: “privilegio con cui veniva concessa autonomia” derivato dal francese “franc” ovvero “libero”. C’entra niente con gli scopi della proposta franchigiana, anzi il contrario.
Vediamo ora il contesto. Causa ammissione in Celtic League il campionato nazionale Super10 con la sua formula va in soffitta e lascia il posto a, cito la FIR, “….tale campionato sarà composto da dodici squadre suddivise in due gironi meritocratici di sei squadre. Le prime tre classificate di ogni girone parteciperanno alla poule scudetto. Le ultime tre classificate di ogni girone, invece, parteciperanno alla poule retrocessione…”. Questa formula è vista un po’ da tutti come un triste ripiego che difficilmente potrà creare il benché minimo interesse verso un campionato nazionale che sarà sepolto dall’interesse e dalla attrazione della avventura celtica.
Ma dove il cadavere si mostra un minimo putridino ecco arrivare le ienette di turno: invocando maggiore territorialità per il nostro sport, invocando diffusione e pubblico diverso qualcuno dice il suo basta con i “vecchi club”; l’Aquila, Petrarca, Rovigo, Treviso, Parma, tutti in soffitta anche loro. Basta con questo campanilismo, dicono loro, realizziamo un numero di franchige (8/10??) ovvero società sportive strutturate a tavolino dalla federazione che vedano la fusione fra varie squadre dello stesso territorio e che vengano disposte su tutto il patrio suolo. Una soluzione artificiale che vuol dire fare fuori i club e costruire una serie di squadre nuove sulla carta,
tutte centralizzate, inventandosi una copertura territoriale senza merito e senza storia.
L’attacco, è evidente, è più che mai contro il Veneto, fin troppo terra di rugby, e vorrebbe così, dicono puramente i franchigiani, dare spazio a “nuove aree”. Si nuove aree finte, perchè costruite sulla carta, cose fredde e calcolate, senza cuore e senza alcuna affinità storica e tanto meno radicate, altro che territorialità.
L’ideuzza viene sostenuta da un autorevole e preparato blogger del rugby, della serie tutti possono sbagliare e anche tanto, e da pochissimi altri, questi ultimi artisti del politicismo nel movimento sportivo del rugby, personaggi spesso ispirati da motivazioni di mera bottega.
E’ chiaro il mio giudizio contro queste franchige ma soprattutto a favore della territorialità profonda e radicata dei grandi Club italiani, a favore dei loro vivai che hanno bisogno di uno sbocco di maglia “in alto”, a favore di chi fa del rugby una passione del/nel territorio ed una sua bandiera contro le teorie artificiali che consegnerebbero l’intero movimento a tre quattro teste laggiù in Federazione. Vai a spiegare ai franchigiari che diminuire il numero di squadre su un territorio significa diminuire il numero di giocatori di livello in quell’ambito uccidendo il movimento ecc…. ma è inutile spiegare, su questo argomento torneremo in futuro ma per adesso fermiamoci perchè la realtà di questa proposta franchigiana forse è un’altra.
Macchè vivai e crescita del rugby, ma quale interesse all’ampliamento del movimento, la realtà è altra e per rappresentarla cito un lettore di blog, tale Giorgio XT, e uno stralcio di un suo commento pepato ma azzeccato che ho letto proprio su Rugby1823 : “Ho la netta impressione che le franchigie piacciano tanto a chi lo vede come un mezzo per arrivare dove non sarebbe mai riuscito con le sue forze”.
Punto a capo.
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2 commenti:

  1. Purtroppo continui a non capire che non ce l'ho con il Veneto e men che meno con Padova o Rovigo. Io trovo assurdo avere due squadre a Parma in Super 10 e trovo assurdo che realtà limitrofe e piccole, come Mogliano, Noceto, Colorno aspirino a un'Eccellenza (???) dove già ci sono realtà più grandi e importanti nel loro territorio.

    La mia idea di torneo di franchigie a 8 squadre è semplice:

    Treviso+Venezia+realtà locali trevigiane = franchigia Treviso
    Padova+realtà locali padovane = Padova
    Rovigo+realtà locali rodigine = Rovigo
    Viadana+Parma+Noceto+Colorno+realtà locali = Aironi 2
    Rugby Roma+Lazio+Capitolina+realtà romane/laziali = Roma
    L'Aquila + realtà locali = L'Aquila
    Prato+Firenze+realtà toscane = Tre


    Così tutte le formazioni di Super 10 storiche e tradizionali continuano a esistere, come prima, ma con un lavoro di equipe con le altre realtà minori del territorio. Che continueranno a lavorare (remunerate da questa collaborazione) sulle giovanili e avranno una squadra seniores nelle serie minori. E avanza ancora 1/3 posti da assegnare meritocraticamente/territorialmente ad altre realtà oggi escluse. Per esempio: Catania e San Gregorio, Milano e Brescia o altre ancora.

    Nessuno vuole uccidere i club storici, ma se guardi bene, con i libri contabili a un passo dai tribunali, almeno 5/6 realtà attuali sono a un passo dallo scomparire. E senza bisogno del torneo delle franchigie!

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  2. Nuove regole, mal di testa. Mi dispiace che un giuoco così sano, bello e semplice (spingi, conquista la palla, aprila, passala, copri il tuo compagno, meta...certo non è sempre così facile!)sia oggetto di furenti scorribande politiche per la conquista od il mantenimento del potere. Francamente la nuova formula super10 o le franchige sono, per me, temi alquanto poco interessanti e forse non sono neanche all'altezza di commentarli. Però una cosa ho voglia di dire. Attenzione all'onore ed allo spirito del rugby! Sere fa ho visto un'intervista al cestista Kevin Garnett, probabilmente uno dei migliori giocatori in circolazione nel NBA, che descriveva molto bene il carico di responsabilità che ha sentito quando ha inziato a giocare per una storica squadra come i Boston Celitcs. Alzare gli occhi e vedere trofei, vittorie, grandi campioni, tradizione, gloria, conquiste, ecc. ecc. è stato per lui motivo di grande riflessione. Ovviamente con le dovute proporzioni, me ne rendo conto, io credo che un ragazzino che inizia a giocare nel Monselice, nel Selvazzano, nel Valsugana, nel Mogliano, ed in tante altre squadre minori debba essere orgoglioso e fiero di giocare con quelle maglie, sapendo che generazioni e generazioni di rugbisti prima di lui lo hanno preceduto, contribuendo, nell'anonimato dei decenni passati di questo sport, a portare il movimento ai livelli attuali. Livelli che probabilmente sono diventati "appetibili" ed "appetitosi".

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