Questo è il wine blog di Stefano Il Nero, un contenitore indipendente, indisponente ed insufficiente di impressioni sul vino
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mercoledì 20 ottobre 2010

AMLIN ERC CUP OVVERO LE BATOSTE EUROPEE DEL RUGBY ITALIANO: UNA PARTECIPAZIONE DA RIPENSARE


Ho fatto silenzio sul rugby ultimamente, mi sono messo a guardare, a cercare di capire le nuove impostazioni come andavano, cosa generavano.Tutto nuovo quest’anno per la Celtic League della bella Benetton Treviso e degli Aironi che però non volano proprio.
Tutto vecchio ed alla vecchia per il “nuovo” Campionato Eccellenza che l’unica differenza da quello dello scorso anno ce l’ha nel nome, non si chiama più Super 10 e credo, visti i risultati, sia solo per motivi scaramantici.
Occhi puntati proprio su questa Eccellenza, questo campionato piccolo piccolo ma anche un po’ vero che però ha abbassato in maniera sensibile l’asticella della qualità tecnica e dello spettacolo.
Le nostre squadre di Eccellenza dopo il ridimensionamento soprattutto economico ed il passaggio di fatto al semi-professionismo (o al semi-dilettantismo dipende da che punto si guarda…), hanno anche cominciato il loro viaggio nella coppa europea Amlin Challenge Cup. Ah che dolore !!!
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Petrarca, Crociati, Rovigo e Cavalieri Prato hanno giocato tutti le prime due partite contro le squadre europee del loro girone rimediando, complessivamente negli otto incontri che hanno disputato, una di quelle batoste che devono far riflettere.
Non inganni il fatto che Prato sia riuscita a vincere una partita, il problema non sono le sette sconfitte ma come sono maturate.
Ben 90 punti complessivamente fatti dalle italiane e 369 subiti, 6 mete fatte e 51 subite, il tutto in due soli turni di campionato europeo. Punto e basta ed è inutile far finta di non vedere.
Non ha senso così, non ha senso catapultare quattro squadre di volonterosi semi-prof, spesso anche meno, a farsi dare potenti scoppole da titolati teams inglesi e francesi; non ha senso collezionare sconfitte del tipo 56 a 9 (il Petrarca perde dai Sale Sharks) o 90 a 7 (il Rovigo si inchina davanti a Gloucester Rugby) solo per dire “ci siamo anche noi”.
Sappiamo tutti che il problema dei club italiani è la pecunia ed anche quella che rilascia la Amlin Cup fa comodo, la cosa non si può biasimare in nessun modo ma così non si fa il bene del rugby.
Piazze ex-prestigiose come Padova e Rovigo collezionano da anni sconfitte memorabili facendo dimenticare tutto d’un botto avventure di altri tempi con i mitici “quindici” del rugby italiano: della Colonna, del Presidente o Dogi che fossero.
Questa partecipazione va ripensata, è indegna e disonorevole ma le società sportive italiane non ne sono in nessun modo colpevoli.
A queste ultime servono i soldi (ahi ahi) ed al movimento del rugby un minimo di protagonismo sportivo sulla piazza europea, bisogna trovare un punto di incontro.
Sono le franchige locali stile irlandese la soluzione? Potrebbe essere una via da valutare, bisogna cominciare a discuterne, un intervento va fatto. Subito.
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