Questo è il wine blog di Stefano Il Nero, un contenitore indipendente, indisponente ed insufficiente di impressioni sul vino
ed il suo mondo.
Al centro il gusto, la tradizione, il territorio.

mercoledì 13 luglio 2011

CONTI DI BUSCARETO: LE MARCHE DA GRANDI

Sergio è innamorato del suo lavoro, è innamorato delle colline che gli danno il suo vino, lo si capisce da come alza il bicchiere poi lo china, lo guarda compiaciuto e sorridendo chiede "allora?"; oppure lo si capisce da come alza il braccio e lo muove da parte a parte per indicarti la tenuta sotto di se, quel pezzettino dei settantacinque ettari dei Conti di Buscareto.
Sergio Francesconi è l'anima di quella cantina, poi alla fine mi dicono che è anche il capo delle vendite, ne ha duecentomila di bottiglie da portar a casa altrui, vabbhe ci sta, sorride troppo bene per essere l'enologo.
L'idea iniziale, quando Conti di Buscareto ha deciso di diventare grande, ed era solo il 2004, era concentrata sul Morro d'Alba, un vitigno marchigiano coltivato su soli 150 ettari del quale si parla poco ma che basterebbe da solo, con la sua lacrima, a "far grande" chiunque;  la consapevolezza che la gamma doveva essere totale ha fatto entrare nei piani anche il verdicchio. Cantina moderna ma equilibrata verso la qualità non verso la super produzione, qui si fa tutto ma affascina lo storage climatizzato, migliaia e migliaia di bottiglie a temperatura controllata: ottimo
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Sei tenute da Cartoceto a Morro, da Camerata ad Arcevia passando per Monte San Vito, la cantina è a Ostra. Sono le Marche del vino, i dettagli si sprecherebbero, la storia, dal XII secolo da oggi, è lunga ma quel che conta per queste denominazioni è il futuro. Troppo consumo interno per varietà che meritano altri respiri, nuovi orizzonti, ma ci vuole testa alta e coesione fra produttori, male italico.
"Basta chiacchiere, assaggiamo due cose insieme", l'accento marchigiano svolazza, cominciano le due ore più belle passate nelle Marche, parte l'assaggio dei "Conti di Buscareto".
ROSE' BRUT - Il via lo da questa lacrima nera 100% vinificata in bianco e spumantizzata con metodo charmat. Color rosa antico (elegante); ampio al naso di rosa (il fiore). Al palato un po' più scarico, vino strutturatone non sempre equilibrato, spalla acida persistente, ben gradevole il finale leggermente vinoso.
BIANCO BRUT - Ho promesso a Sergio che ne parliamo ancora di questi nomi semplici e composti, sicuramente fanno bene al cuore, speriamo che rendano bene l'idea anche al consumatore. Questo 100% verdicchio di 12 gradi alcolici passati in charmat ha un colore bianco e riflessi verde mela acerba. Un po' basso al naso si apre in bocca velocissimo, scende subito la sua sapidità lasciando la chiusura amara dietro di se. Non ampio, un po' involuto però bella questa bevuta secca e decisa.
VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI DOC 2010 - Ecco il pezzo di storia, l'autoctono marchigiano. Il Soverchia, l'enologo, ha stabilito per lui dopo che l’uva viene raccolta manualmente, selezionata “sul ceppo”, riposta in casse “a basso strato”, subito portata in cantina per subire una pressatura soffice a grappolo intero, altri 5 mesi di acciaio e 2 di affinamento in bottiglia. Colore verde chiaro, bello, inusuale. Fiori bianchi al naso, eleganti, strutturati con il finale di mela, un naso composto e di ampia gradevolezza. Equilibrato poi con l'assaggio subito sapido, strutturato nei suoi 13 gradi alcolici ed un finale amarognolo ma raffinato. Un bianco vero, bello, sincero. Ottima scoperta dal Conte di Buscareto.
AMMAZZACONTE - Anche lui 100% verdicchio ma la sua strada è complicata. un 10% si fa sei mesi di fusto di rovere il resto è in acciaio, l'inox totale fa 15 mesi ed alla fine la bottiglia affina altri 5 mesi della sua esistenza. Il suo colore è giallo paglierino con riflessi tenui verdi. Naso floreale con passaggi delicati di vaniglia e più scomposti di crosta di pane. Pungente al naso , lo si ritrova così anche al palato, corposo nella sua sapidità. Finale amarognolo tipico e buona acidità. Un vino difficile, un po' duro, forse fuori dal contesto tipico del verdicchio ma forse proprio per questo bello da assaggiare, curioso. Da provare.
LACRIMA DI MORRO D'ALBA 2009 DOC - Questa denominazione deve essere composta all'85% minimo dal vitigno lacrima con l’aggiunta di Montepulciano e/o Verdicchio nella misura del 15%. Il Conte di Buscareto è 100% lacrima, in purezza: il culmine della tipicità marchigiana. Dopo la manolattica 8 mesi in piccoli tini di rovere e poi altri 3 in bottiglia. Colore viola e rubino, subito sfuggente. Profumazione ampia, corposa, complessa, frutti di bosco e pepe. Tanto pepe garbato in evidenza. Al palato mantiene mora e mirtillo e spezie, si apre con corpo rotondo ma non eccessivamente pesante, un vino caldo, morbidone e persistente con tocco appena dolce vanigliato sul finale. Bello, tanto bello. Il top qui dal Conte.

ROSSO PICENO DOC 2009 - 70% montepulciano e 30% di sangiovese per questo rosso doc. Colore rosso, naso bello di ciliegia matura e prevalente di belle spezie. Assaggio più semplicione, un po' troppo tanninico, media struttura, gradevole ma senza strafare. Un po' inespressivo.


Continuo con la evoluzione della giornata ? Bhe.... allora.... le tagliatelle fatte in casa con ragù a base di fegatini e .............. .
Arrivederci Conti di Buscareto.

Sergio Francesconi

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