Questo è il wine blog di Stefano Il Nero, un contenitore indipendente, indisponente ed insufficiente di impressioni sul vino
ed il suo mondo.
Al centro il gusto, la tradizione, il territorio.

lunedì 19 dicembre 2011

FIORE DI GAIA, IL MOSCATO SECCO DI BORIN, DAI COLLI EUGANEI.


Non è la prima volta che qui si parla di Borin Vini, azienda vitivinicola dei padovani Colli Euganei con vitigni fra Arquà Petrarca e Monticelli di Monselice, non è la prima volta ma ci si torna su volentieri. Con questo post mi era piaciuto elogiare il loro Serprino come il migliore assaggiato, il record resiste ancora intatto. Ora invece mi piace mettere il naso sul contenuto di una loro bottiglia che definirei "curiosa": Borin Fiore di Gaia 2008 Moscato Giallo Veneto IGT. Trattasi di cosa curiosa perchè i Borin hanno tradotto la bianca moscata dei loro colli non nel solito fiore d'arancio con bollicina ma in un aromatico secco davvero inusuale. 

La cosa mi è rispuntata tra le mani durante un paio di assaggio volti alla ricerca del vino di Natale, il fatto che l'opera del Borin sia qui  riportata significa che magari non è stato promossa al 25 dicembre ma, forse, quello non è proprio il suo periodo. Il Fiore di Gaia mi è parso vino da tavola un po' meno imbandita, bisogna avere il tempo per degustarlo e capirlo, ha un grado elevato e non è  facile da abbinare per un bianco. L'assaggio è appositamente caduto sulla bottiglia 2008 lasciata appositamente ad "invecchaire" un annetto e più per vedere "l'effetto che fa". 
Colore quasi bianco con naso marcato di profumi agrumati, sicuramente profumazione docile, solo leggermente pungente. Al palato ha un ingresso veloce, rapido, leggera punta acida e subito chiusura netta; nel mezzo leggera persistenza, la sua gradevolezza è sgraziata nel suo vivo dalla nota sostenuta di alcol; dolce senza esagerare, sapori che richiamano la profumazione ma in genere toni decisamente alti per un bianco e toni non sempre veramente garbati. Questo Fiore di Gaia infatti tradisce il suo nome rivelandosi un po' grezzo. 
Come moscato giallo è senz'altro originale e, visto il risultato assolutamente più che discreto che Borin ne ha ricavato, la sua uva si dimostra ottima per qualcosa di più di certa fine stucchevole che fa nelle bottiglie super gasate e dolcissime atte a festeggiamenti vari post bene augurante botto schiumoso. Il moscato può dare di più chissà che sui Colli Euganei se ne rendano davvero conto.


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2 commenti:

  1. Buongiorno Stefano.Ho scoperto il Suo Blog da poco.che dire,sono un semplice appassionato di vini e non un esperto e trovo i Suoi articoli interessanti e di facile lettura. Abito vicino ai Colli Euganei,e devo ammettere che appena posso,mi ci reco volentieri a visitare qualche cantina per pura e semplice curiosità. Per molti anni, questo territorio è stato emarginato da molti,perchè aveva la fama di vendere "vino da damigiana",ovvero litri e litri di vino di qualità scarsa se non alcune volte pessima. fortunamente,molti produttori,si sono rimboccati le maniche e ci stanno dando dentro con la qualità,la biodinamica e la passione. pian piano si stanno facendo largo nel panorama vinicolo. inutile dire che il Moscato Giallo è il cavallo di battaglia per questo territorio, e si cerca di valorizzarlo al meglio. Convengo con lei,sul fatto che questo Fiore di Gaia,sia un vino un pò grezzo,ma d'altra parte l'idea del Moscato secco qui nei Colli Euganei è arrivata da poco. non voglio difendere nessuno sia ben chiaro,voglio solo "rassicurarla" sul fatto che molti produttori,sanno che questo Moscato Giallo qui sui Colli Euganei,la può far da padrone. Ricordo di aver assaggiato il Sirio di Vignalta e l 'A Cengia di Villa Alessi/Zanovello,i quali a mio avviso sono già meno "grezzi" di questo Fiore di Gaia. altro capitolo è per la versione passita..mi hanno colpito particolarmente i passiti de Il Mottolo,Vignalta,Fattoria Monte Fasolo,Zanovello e Sengiari. ognuno con suo carattere ben definito. diamo solo un pò di tempo di affinare questo "moscato secco", e vedrà che ci saranno delle splendide sorprese.

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  2. Caro amico (purtroppo anonimo) ho in cantina in "attesa" una delle bottiglie di Zanovello che anche lei mi ha suggerito mentre provvedo a procurarmi il Vignalta che davvero mi manca e che assaggerò al più presto.

    Vivo anch'io nel padovano come lei e per questo ho voluto occuparmi dei Colli Euganei.
    Il mondo dei Colli Euganei non è emarginato a caso, sapesse che accoglienza mi hanno fatto quando ho comunicato a qualcuno di loro, consorzio incluso, che volevo occuparmi dei loro vini: è seguito un silenzio totale, qualcuno ha detto che aveva altro da fare. Non avevo chiesto nulla che un po' di documentazione e buoni indirizzi (le bottiglie me le compro da solo).
    On line i Colli Euganei non esistono, sono zero, ko, nessuna discussione o post di nessuno che ne parli (salvo il mio modestissimo blog) e non si fa fatica a capire perchè. C'è ancora tanta strada da fare e, sinceramente, se i nostri Colli continuano così senza accellerazioni saranno sempre alla identica distanza da quelli che sono più avanti e non emergeranno mai.

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Prima di scrivere il post ricordate: "Per prima cosa dovete avere ben chiari i fatti; così potrete distorcerli come vi pare." (Mark Twain)