Questo è il wine blog di Stefano Il Nero, un contenitore indipendente, indisponente ed insufficiente di impressioni sul vino
ed il suo mondo.
Al centro il gusto, la tradizione, il territorio.

lunedì 10 settembre 2012

BONARDA OLTREPO' PAVESE DI MONTU' BECCARIA: ELEGANTE A SORPRESA

La Cantina Storica Muntù Beccaria.
Il salto della sponda del Po' era prima o poi dovuto, il sapore allora adesso  è quello dell'Oltrepo' , capitale Pavia, vitigno Croatina,  il nome con il quale questo vino è però noto è ben più giovale, fresco e leale: Bonarda. L'Oltrepo' pavese non è storia di oggi, il suo primo riconoscimento risale al 1164 per mano dell'Imperatore Federico I che ne riconobbe territori, confini e capacità di dominio con propri incaricati alla città di Pavia. Pavia dal canto suo era ghibellina e si diede da fare a contrastare le vicine guelfe Tortona e Piacenza prima di cadere con quest'ultima sotto il dominio milanese nel 1359.  La storia del territorio della Bonarda è ricca e lo stesso nome del suo vino qualcuno dice evochi il dominio Longobardo dimostrando così la lunga vita del suo vitigno: la Croatina. 
L'assaggio cade, un po' alla rinfusa complice un galeotto giro per enoteche, su un nome che ha il taglio del prestigio, stiamo insieme alla Bonarda Oltrepo' pavese DOC 2010 Vigna Radiosa della Cantina Storica di Montù Beccaria.
Il nostro assaggio appartiene alla collezione dei Grandi Cru della Cantina Montù Beccaria, il suo vitigno, vecchio di oltre 35 anni, prende il nome (Vigna Radiosa) dalla sua esposizione a sud-est ed il lavoro post raccolta viene dichiarato nella metodologia tradizionale. Diciamo subito che l'effetto che ottiene questa Bonarda è di una eleganza inusuale, si è di fronte ad un vino che sembra peccare persino di presuntuosità tanto si scosta da alcune invadenze alle quali la Croatina ci avrebbe abituato. 
Che bel colore cupo elegante e viola ha questa Bonarda della Cantina Montà Beccaria, che bel naso profumato di frutta rossa  matura, un cenno di fiori secchi, gradevole, molto. Al palato inizia duro poi diventa amabile ed armonioso, all'avvicinarsi del finale diventa più penetrante, un po' di tannino scivola, decisamente sapido, in genere una bella ampiezza leggermente allappante ma in generale fresca e genuina. Questa Bonarda si incarica di portarsi dietro ben 13 gradi di alcol, cosa non comune nella specialità, lo fa con tranquillità, inganna un attimo all'inizio poi esce senza strafare.  A tavola questa Bonarda Montù Beccaria è stata una nota positiva, una compagnia molto bella, la dimostrazione che certe tradizioni, quando vengono da così lontano poi, hanno sempre molto da dire. 


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