Questo è il wine blog di Stefano Il Nero, un contenitore indipendente, indisponente ed insufficiente di impressioni sul vino
ed il suo mondo.
Al centro il gusto, la tradizione, il territorio.

lunedì 24 settembre 2012

IL QUERCIOLAIA ED IL SUO CASTELLO, ARMONIA DI TOSCANA

Il Castello di Querceto non è solo un classico angolo paradisiaco in perfetto stile "Made in Tuscany" ma è anche e soprattutto, un agglomerato di tradizione vitivinicola e di storia. Questo Castello, i cui "diritti" sono vantati da una famiglia francese che ne acquisì l'intero patrimonio nel 1897, i Francois, non è solo parte della storia ma è una storia nella storia. Località Greve in Chianti, nato per dominare la via Cassia che di lì transitava la costruzione che trovate oggi è del XVI secolo dopo che, negli anni precedenti, in perfetta sintonia con i tempi, il fuoco delle rivalità e delle battaglie di cappa e di spada (e pure di archibugio) avevano ridotto il suo intero borgo a macerie. Ai margini di una valle lussureggiante e ad una altitudine di quasi 500 metri le sue proprietà si estendono su 190 ettari, di cui 60 a vigneto quasi esclusivamente a bacca rossa: il Sangiovese grosso,il Canaiolo nero, il Cabernet Sauvignon, il Cabernet Franc, il Syrah, il Colorino, il Merlot, il Mammolo, il Ciliegiolo e la Malvasia nera. L'assaggio di oggi è per questo un uvaggio: Castello di Querceto -Querciolaia Toscana Centrale IGT 2003.

Andate in visita a questa bellissima magione e, se trovate il momento giusto, fatevi accompagnare fra i suoi giardini, gli alti punti di osservazione, le cantine, tutti robusti punti di vista dai quali respirare la tradizione e la consapevolezza di fare vino davvero per vocazione oltre che per dedizione da duro lavoro.
Il Querciolaia che si propone in assaggio è un esempio di questa ricerca del gusto di Toscana, il suo 65% di Sangiovese e 35% di Cabernet Sauvignon matura  in barriques per 20 mesi e poi affina in bottiglia per altri 6. La sua annata, il 2003, la peggiore a furor di popolo ma vi propongo il dubbio che non sia sempre vero, ha transitato in buona conservazione in cantina per un altro bel po' di anni e poi si è proposta regalando armonia e grande soddisfazione. Questo Querciolaia, dopo un riposo di oltre quattro ore stappato,  ha esibito, versato nel  bicchiere,  un colore rosso rubino acceso. Al naso è tondo delicato, ampi i profumi di lampone e fiori tipici, frutta matura che amplifica semmai la delicatezza. Sul palato lo ritroviamo morbido all'ingresso, quasi vellutato,  poi subito ben allappante e con un ampio tocco tanninico, di media persistenza lascia sul finale un ampio, docile tocco di acidità. E' proprio questo il passagio che più "stupisce" ovvero il tocco acido leggero, soffice. Un vino generalmente morbido e caldo che prende il meglio del Sauvignon e lo confonde con il tannino ed i profumi del Sangiovese, un prodotto di Toscana davvero molto buono e forse anche qualcosa di più.
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