Questo è il wine blog di Stefano Il Nero, un contenitore indipendente, indisponente ed insufficiente di impressioni sul vino
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mercoledì 14 ottobre 2009

BRUNELLO DI MONTALCINO ANTINORI PIAN DELLE VIGNE DOCG 1997....E SON SODDISFAZIONI

"Vieni che si fa cena e si apre una cosa buona?" Dico io, ma se un amico ti fa una domanda del genere che gli rispondi? “No guarda fanno l’ultima di Dottor House….”….ma figurati….ci si va soprattutto sapendo che la compagnia è ottima (il Vittorio è un tipone che di vino ne sa eccome) ma anche che l'amico in bottiglia, un tipino del novantasette, è uno che solo a nominarlo ora…pronti via…. Brunello di Montalcino Antinori Pian delle Vigne DOCG 1997……tutto d’un fiato oplà.
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Il 1997.. eh si… grande annata! Si scatena la battaglia per le quote latte nel ’97, a Sanremo trionfano i Jàlisse con “fiumi di parole”, nel ‘97 la Nazionale italiana di Rugby batte a Grenoble la Francia per 40-32, evento storico! Tony Blair prende le redini dello United Kingdom e Clinton si conferma negli USA, nel ’97 i Serenissimi con il Tank “occupano” Piazza San Marco………”il periodo estivo del 97 è stato caldo e soleggiato e questo andamento climatico è continuato per tutta la durata della vendemmia, consentendo quindi di raccogliere uve con alta concentrazione zuccherina ed eccezionalmente sane. La vendemmia 97 è risultata più scarsa del previsto ma è da considerare, dal punto di vista qualitativo, un'annata eccezionale, probabilmente superiore al 1990, e quindi tra le migliori degli ultimi cinquant'anni” Ecco invece cosa si dicevano a Montalcino nel novantasette quelli del Brunello.
Antinori è casa conosciuta, nome altisonante, purtroppo risuonato anche in Brunellopoli insieme a molti altri nomi del senese ma per una volta tiriamo dritto e chi si è visto si è visto.
Il Marchese Antinori ha delle tenute sparse in Umbria e Toscana, dal Chianti a Montalcino da Bolgheri a Ficulle, una cosa grande e ben organizzata che punta molte delle sue chance sulla immagine tradizionale e sulla cura della propria pur vasta produzione.
Parlare del Brunello è difficile, non perché quel 100% di Sangiovese sia chissà che cosa miracolosa, ma per l’immagine che questo nome ha saputo crearsi in questi ultimi decenni sia nella buona che nella cattiva sorte. Certo è che il Brunello è una produzione d’eccellenza per molti motivi anche molto tecnici ma suvvia…!!!
Il nostro Brunello dell’Antinori nel ’97 ha macerato in inox per circa 15 giorni completando la fermentazione alcolica ad una temperatura non superiore ai 30°C. entro il’annol ’97 dopo la manolattica “il vino è stato introdotto in botti di rovere di capacità variabile fra i 15 ed i 100 ettolitri, dove è affinato per tre anni. Nei primi mesi del 2001, dopo l'assemblaggio definitivo, il vino è stato imbottigliato”.
Quando mi siedo accanto a Vittorio il Pian delle Vigne è in decanter da diverse ore, c’è una tagliata calda e favolosa accanto a lui ma il suo colore forte e serioso la fa da padrone.
Il nostro Brunello non scende nel bicchiere, vi si adagia pigramente con sinuosa e grassa voluttà, rosso granato leggermente anticato sull’unghia, profumazione intatta senza alcun passaggio alcolico, un po’ speziata ma forse è il suo fiore caratteristico che si fa sentire, non c’è alcol nella beva nonostante i suoi 13,5 gradi volumetrici, non sembra subito così carico di tannini ma ci dovremo ricredere presto. Scende sul palato veloce e con pienezza, tondo ma non troppo, appena aggressivo sul finale con una punta di acidità che richiama completamente i suoi profumi, in seconda bevuta lo troviamo solo leggermente un po’ più zuccherino, graziosamente dolce che si inarca con il finale allappante ma ancora aperto. Decisamente equilibrato. Una cosa stupenda.
Io guardo Vittorio , Vittorio guarda me, entrambi guardiamo il Pian delle Vigne 1997, un Brunello in un sorriso, un commento e una chiacchiera di ricordi, bello così il vino, che soddisfazioni. Grazie Montalcino.

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