Questo è il wine blog di Stefano Il Nero, un contenitore indipendente, indisponente ed insufficiente di impressioni sul vino
ed il suo mondo.
Al centro il gusto, la tradizione, il territorio.

domenica 18 ottobre 2009

GUSTO STANDARD? NO GRAZIE. TALK TALK CON CINZIA CANZIAN (LE VIGNE DI ALICE)


Le Vigne di Alice e Bellenda lanciano una iniziativa contro lo spritz (vedi immagine allegata) e la motivazione è decisamente seria : “La standardizzazione del gusto invade tutti gli spazi……
Delle Vigne di Alice la vulcanica Cinzia Canzian è una delle artiste, segue il vino ed anche il Relais, una mission da sales manager su entrambi le attività ma se assaggiate una torta al Relais o vi capita l’aperitivo potrebbe averlo preparato lei. Canzian è un cognome che il trevigiano ha regalato alla più dolce musica, per due chiacchiere con Cinzia allacciatevi però le cinture di sicurezza perché se ci crede va fino in fondo; sta pensando ad un convegno sul mondo vitivinicolo, ci saremo. Ho scambiato due chiacchiere con lei sulla standardizzazione del gusto ed eccole qui di seguito.
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Senti Cinzia il match Prosecco Vs Spritz è intitolato “Contro la moda imperante dello spritz”…cosa c’entra con lo slogan iniziale “contro la standardizzazione del gusto?
A mio parere c’entra perché non riconosci il vino contenuto nello spritz, ti possono mettere dentro qualsiasi cosa senza che tu sappia cosa. Questa è standardizzazione del gusto e va a discapito dei consumatori, sia in termini di salute che in termini economici, visto che spesso pagano 5-8 euro per delle bevande immonde
Elisabetta Tosi sul suo Vino Pigro qui scrive “è una questione di scelte: c'è chi preferisce andare sul sicuro, e dare sempre e comunque il tipo di vino che gli viene richiesto, a costo di ridurlo - a forza di trattamenti - ad una mera bevanda alcolica che solo legalmente risponde al nome di vino, e chi invece preferisce non tradire…..il territorio, se stesso, il vitigno, quello che volete.E quindi rischia…. Secondo te il ragionamento fila? Tu lotti perché il tuo vino sia sempre uguale e gradevole al pubblico piuttosto che “vero”……..
Per cominciare io non lotto perché il mio vino sia sempre uguale e gradevole. Sono invece consapevole del fatto che ogni vendemmia è diversa. Ci sono annate buone e annate meno buone, io lotto per offrire ai consumatori un vino sano e che ovviamente sia un piacere per chi lo beve e soprattutto che non tradisca la mia personalità. Sulla parola “vero” ci giocano in molti, alcuni seri altri meno seri. Ne parleremo in un convegno che sto organizzando e al quale spero tu possa partecipare. Il ragionamento di Elisabetta fila: sono scelte aziendali, discutibili o meno, ma scelte.
Riccardo Ricci Curbastro, Presidente della Federdoc ha detto “il nuovo sistema di classificazione dei vini merita un’attenta riflessione sulle reali ripercussioni che potrà avere, con un appiattimento delle Indicazioni Geografiche per via di disciplinari di produzione troppo simili da Doc/Docg e Igt ma soprattutto per il rischio di confusione ingenerata nel consumatore per la possibilità di indicare in etichetta sui vini da tavola elementi (quali annata e vitigno) che consideriamo valorizzanti e che non possono essere in alcun modo certificati nei vini non a Denominazione, mancando qualsiasi elemento di tracciabilità tra la vigna e la bottiglia”. Le nuove OCM ci portano fuori strada ? Come se ne esce secondo te ?
La comunicazione resta il nodo più importante da sciogliere nell’ambito vino come nell’alimentare. credo che se il consumatore è confuso parte della colpa sia proprio nostra. anche di questo discuteremo nel convegno.
Le guide dei vini che fanno? Reclamano, decantano o analizzano seriamente la produzione? Ma non sono anche quelle un fenomeno di standardizzazione del gusto?
Le guide rimangono delle opinioni. Anche in questo ambito ci sono degustatori che lavorano bene e in maniera obiettiva, per quanto sia possibile essere obiettivi in materia di gusto, altri che invece dimostrano scarsa conoscenza e scarsa preparazione.
Dimmi la prima cosa che ti viene in mente appena ti dico le prossime due parole: slow food.
Slow food è tante cose insieme, forse troppe e quindi non tutte controllabili.
La prossima volta davanti ad un calice, di prosecco “naturalmente”.
Perché c’è anche “artificialmente”? direi “comoda-mente”.

Cinzia ha le idee chiare ma non fatevi sviare dal crudo argomento, lei la sua terra prima di tutto la ama……….."qui splende un sole magnifico immerso nei colori autunnali e avvolto da questo anticipo invernale….Adoro questo posto e mi sento molto fortunata per l'aria buona che respiro ogni giorno”. In verità la nostra discussione Cinzia la aveva cominciata così.

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