Questo è il wine blog di Stefano Il Nero, un contenitore indipendente, indisponente ed insufficiente di impressioni sul vino
ed il suo mondo.
Al centro il gusto, la tradizione, il territorio.

lunedì 30 gennaio 2012

VALPOLICELLA ADDIO. PAUSE.


Non sono come quelli che vivono il nuovo anno mettendosi indumenti rossi ma più vicino a quelli che buttano dalla finestra una cosa vecchia o che non intendono più aver per le mani nell'anno nuovo. Giusto il tempo di mettere giù il post con i prezzi dell' Amarone e l'ultimo atto di una frequentazione fin troppo assidua si compie, mi prendo una pausa dalla Valpolicella. Per un po' di tempo la Valpolicella esce dai miei orizzonti vitivinicoli, basta post e commenti sulla più rinomata area veronese del vino, basta diatribe su amarone e amarone. Vi confesso sono deluso dalla Valpolicella. E' un amore immaturamente non esaudiente, una delusione non abbastanza cocente, un epilogo necessario causa intossicazione da evanescenza. 




Deludente il vino. Le recenti feste mi hanno portato fra una tavola e l'altra tre bottiglie di Amarone, due su tre erano da "anteprima" (2008), tre su tre erano degli ottimi rosso Valpolicella non assolutamente e sempre "superiori". E' un bel po' che le cose vanno avanti così, tutti sanno che è così. Tutti tacciono perchè quel vino è ora un gran business, un'affare che si conta a milionate di bottiglie, si trova copioso sugli scafali della GDO, invade le case, sui volantini nella cassetta della posta, si fa ammirare da palati il più delle volte consapevoli solo della altisonante etichetta. Un business che fa felici in molti, produttori, uomini di marketing , consorzi. Le grandi s.p.a. del vino hanno fra i prodotti di punta l'Amarone da autogrill. Vorrei anche parlarvi di quel rosso chiamato Valpolicella Superiore ma non se ne trova quasi più in giro e non sto certo qua a spiegarvi il perchè.  La Valpolicella butta via se stessa? Forse si, ma chissà, sbaglierò. Forse no. 
Ho proclamato ad amici e conoscenti per molto tempo che il mio vino preferito fosse l'Amarone, lo bevo e lo assaggio da quando se ne portavano fuori bottiglie "clandestine" dalle cantine, non sono un grande intenditore di vini, più un modesto scribacchino, ma io l'Amarone me lo ricordo bene. Se ne trova ancora in giro ? Certo che si, molto. A volte si distingue dal prezzo, pensate la follia, altre volte dal nome della Cantina, tutte cose che il grande mercato del vino non sa sempre distinguere, anzi poco, quasi mai. Il problema è che di Amarone, disciplinare alla mano, nonostante le enormi differenze fra ieri e oggi, fra una cantina e l'altra, ne esiste solo uno. Ecco allora che il Consorzio della Valpolicella, forse scopiazzando l'idea della premiata ditta Fermenti Digitali, si mette a proporre le suddivisioni valligiane dei vitigni. Questa idea, nata da Terroir Amarone inutile girarci intorno, a me sapeva di elite e di cenacolo, il solito ritrovarsi per chiacchierarci su fra un calice ed una zuppa. Una cosa ininfluente ai fini del grande mercato ma intelligente ai fini della consapevolezza del vino. Il fatto che il Consorzio si sia messo a condire tal minestra, peraltro visibilmente non propria, con tutti i problemi che si ritroverebbe da affrontare, mi ha lasciato di stucco. Vuol dire che, dopo l'anteprima che non è tale ed il vino assaggiato che non è mai "lo stesso", al Consorzio davvero hanno perso la bussola o forse, più facile, io non ci capisco più nulla. Propendo per questa ultima versione e, beatamente, la decisione già matura si è fatta ed io mi ritiro dai colli veronesi, non scriverò più di vino di colà, mi prendo l'anno sabbatico dal mondo della Valpolicella che di mondo in giro ce n'è tanto. Valpolicella addio, non ti merito. Sigh

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4 commenti:

  1. Analisi corretta e condivisibile. Quando la barca dell'Amarone e del Ripasso andrà un po' meno, qualcuno, forse, si ricorderà di noi Cassandre e dei nostri "ve l'avevamo detto..."
    Ma oggi, finchè la barca dell'Amarone va, tutti la lasciano andare e guai a chi rema contro. Oh, beh. Il mondo è pieno di vino. Personalmente continuerò a segnalare i vini Valpolicellesi degni di segnalazione, quelli che mi piacciono - e per fortuna se ne trovano - i coraggiosi che vanno contro corrente e a sorridere a tutti gli altri...
    Ti ringrazio poi per il credit, ma la suddivisione in valli non è propriamente una pensata di noi Fermenti Digitali: già il Perez ne parlava, agli inizi del 1800. E lo stesso Consorzio, quando ancora poteva disporre di persone competenti al suo interno l'aveva proposta. Noi l'abbiamo solo rispolverata e cercata di presentare in una serie di serate - che stanno avendo un bel successo.

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  2. Aggiungo che nelle nostre serate di "Terroir Amarone" abbiamo avuto la fortuna di conoscere vini notevoli di piccole aziende "senza Famiglia" o velleità da scaffale di Autogrill. Quindi, torna da noi, c'è ancora molto da raccontare sulla Valpolicella... ;-)

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  3. Stefano,
    anche io non ne so niente di vino, giudico in base alle mie esperienze.

    1.
    Secondo me il post è un filo troppo pessimista, non nel senso che tutte queste pratiche non esistano, esistono eccome, però ci sono molti produttori (giovani soprattutto e senza nomi altisonanti soprattutto), che impostano il lavoro in maniera seria e senza troppi compromessi; questo fa ben sperare
    2.
    Rifletto leggendo il post e penso a quanto accaduto per il Prosecco sull'onda della fama internazionale.
    Non è questa tendenza "autodistruttiva" che tende a sfruttare il successo come un spremiagrumi, tipicamente italiana, tipicamente veneta per caso?

    Daniele

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  4. Carissimo Stefano è troppo difficile fare un'analisi completa dell'anteprima se essa stessa non era rappresentativa della denominazione. Erano più quelli che mancavano di quelli presenti. Comunque se vuoi sapere la mia ho pubblicato un appello a Pedron (http://www.acinoparlante.it/274_Anteprima_Amrone_2008) che ho sentito decisamente contrariato durante una chiacchierata nel salone. Credo che questa anteprima sia uno spartiacque. Peggio di così credo sia difficile...Io spero con tutto il cuore, anche per i giovani produttori che ci credono e rischiano, che si trovi una mediazione per dare più serenità e serietà alla Valpolicella. Io però di Amaroni da brivido ne conosco eccome e quindi continuo a bere Valpolicella e Amarone!

    Ciao Bernardo

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Prima di scrivere il post ricordate: "Per prima cosa dovete avere ben chiari i fatti; così potrete distorcerli come vi pare." (Mark Twain)