Mi piace la composizione di questo bianco perché un particolarità certo la nasconde, trattasi al 90% di Trebbiano d’Abruzzo, al 5% di Malvasia e, per un altro 5%, di Bombino. Andatevi a cercare nei vostri dizionari del vitigno di questo Bombino, ne leggerete come del vitigno bianco tipico del sud, un vitigno di ottima resa, la fortuna del contadino, un vitigno che regala vini anonimi ma che diventano interessanti se gestiti con molta cura e quindi basse rese (cosa che va sempre meno di moda in Italia ma qui chissà…). Un bel giallo carico questo Antares, dorato, un colore caldo. Al naso è molto fiorito, molto grosso e pieno, una sensazione di completezza derivata soprattutto dai profumi che si ripetono in bocca e si accompagnano ad una testarda persistenza con finale molto lungo. Si sente che fa un passaggio inox e poi va subito in bottiglia, forse la cosa partecipa infatti a renderlo un po’ più anonimo a, anche se davvero invitante, poco votato al gran palcoscenico. Resta comunque una cosa bella questo Anteres, un modo di sentire il trebbiano abbastanza classico ma con qualche fiore in più.
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