Questo è il wine blog di Stefano Il Nero, un contenitore indipendente, indisponente ed insufficiente di impressioni sul vino
ed il suo mondo.
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giovedì 23 luglio 2009

GARGANEGA VERONESE IGT 2008 BOSCAINI CARLO (CACCIA AL VININO?)

Mi ha colpito ed ho fatto mia la teoria dei “vinini”, l’autore di tanto diminutivo è il noto Angelo Peretti che sul suo InternetGourmet ammalia i più con una eno-logica aperta a interessanti digressioni.
Cito puntualmente il Peretti:”Mi piacciono, da sempre, i vini che si bevono. E quindi non disdegno i vinini, in contrapposizione coi vinoni tutto muscolo e palestra. Il che non vuol dire che un vino che abbia struttura e concentrazione non possa essere anche dotato di beva, ma certe marmellate tannico-alcoliche, scusate, ma io non riesco proprio a berle..”.
Uhm uhm io invece……….
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……..io invece certi colpacci di tannino li apprezzo eccome ma la ricerca del vinino è invidiabile, rientra nella consuetudine di bere bene e basta, senza doversi fermare troppo a compiacersi del legno e della viola appassita; allora, è il mio invito, venga dato corpo alla teoria del vinino, caro esteta dell’Internetgourmet apri le porte e stila le caratteristiche, che si apra la caccia al vinino!!
Io mi sono preso la libertà di cominciare la caccia senza il foglio di istruzioni ma è stato “quasi” un caso.
Il Boscaini Carlo in Valpolicella ha una posizione invidiabile sui declivi di San Ambrogio e mi ha fatto assaggiare un paio di cose interessanti, parleremo un giorno del suo Superiore Valpolicella, e poi ha tirato fuori il suo…….. vinino!!!
La Garganega Veronese IGT 2008 del Boscaini Carlo è uva garganega al 90 % il resto trebbiano toscano e malvasia, ci prende con i suoi 13 gradi alcolici (è ancora vinino?) ma la sua caratteristiche è che le sue uve sono raccolte a fine ottobre : vendemmia tardiva.
La Boscaini Carlo dichiara una lavorazione di 5 giorni in fermentazione naturale e 6 mesi di acciaio, 1 mese di barrique, 2 di bottiglia.
La sua Garganega ci dicono sia speciale se consumata sui 10-12 gradi centigradi ed allora così facciamo. Lo dico subito: l’esito è stato molto positivo.
Il “vinino” del Carlo è di un giallo chiaro che mette sicurezza con la sua unghia densa, si apre con un intenso profumo di mela dove si sovrappongono in via definitiva note tipiche della malvasia, olfatto tondo e gradevole, si fa notare anche se non è impegnativo. La discesa in bocca è gradevolmente aperta e di buona densità, si gustano i profumi di cui sopra ma, dopo un impatto da protagonista, si libera in una bevuta liscia dolce e quasi impalpabile; non persistente, finisce timidamente rilasciando la sua leggera punta di acidità.
Fresco nel bicchiere è una piccola soddisfazione ma anche quando la temperatura si alza non perde la sua piacevolezza e, soprattutto, non ha grandi muscoli di cui fare sfoggio.
E’ un vinino? Lo mettiamo nella lista ?? Mah, vedremo il Disciplinare del Vinino quando uscirà e, nel frattempo, buona caccia.
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2 commenti:

  1. Mi sa che dovrò proprio mettermi a scriverlo il disciplinare del vinino: ecco un buon compito per le vacanze. Grazie della citazione e delle belle parole e complimenti per l'avvio della caccia al vinino.
    Angelo Peretti

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  2. Caro Stefano,
    in materia di "vinini" (nella mia personale accezione di "vini buoni che si bevono e basta") ti inviterei a provare anche il Soave base di Le Battistelle, la garganega di Matilde Poggi, e perfino qualche etichetta del Veneto orientale...come il Serprino frizzante (ovvero, il fratello "serio" del Prosecco..) dell'az. Borin...
    ;-)

    L.

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