Questo è il wine blog di Stefano Il Nero, un contenitore indipendente, indisponente ed insufficiente di impressioni sul vino
ed il suo mondo.
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giovedì 2 luglio 2009

TRE VOLTE TRE : IL RUGBY NON E' UGUALE PER TUTTI

Il rugby non è uguale per tutti.
Tre fatti accaduti uno in successione all’altro, tre situazioni diverse dettate e presentate da tre uomini diversi, tre modi diversi di vivere il rugby, una questione di stile ?? Si, ma anche molto di più: tre modi di credere nelle vere regole del rugby, quelle non scritte.
Uno si chiama Dondi, l'altro Casali, l’ultimo Innocenti. Allora via con il racconto delle tre volte tre.
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Primo uomo : il Presidente della Federazione Italiana Rugby Giancarlo Dondi
La Rugby World Cup Limited boccia il 30 giugno 2009 la nostra candidatura ad ospitare i mondiali preferendoci per il 2015 la solita attrezzatissima Inghilterra e per il 2019 il Giappone (!!). Il mondo ha guardato le recenti vicende della “politica rugbistica” italiana e ci ha bocciati.
A seguito di ciò il Presidente dichiara fra l’altro “….speravo in un’apertura del rugby a nuove nazioni che invece non c’è stata”. Perché il Giappone cosa è ?? Il Giappone non ha mai ospitato un mondiale ed è al 14° posto nel ranking mondiale, l’Italia è al 12°, se noi siamo un “paese emergente” gli omini del Sol Levante lo sono addirittura di più. Da Dondi la solita risposta bluff, la bugia, l’ingannevole surplace, il pensiero rivolto alla politica e non allo sport, la sconfitta che non viene accettata per quello che è. Questo è rugby ?
Secondo uomo : il Presidente del Calvisano Rugby Francesco Casali.
Con un comunicato stampa affisso il 29 giugno 2009 sul sito internet della Società Sportiva, il Presidente della società bresciana dichiara il ritiro del suo prestigioso Club dal massimo campionato di Rugby, il quasi defunto Super10, e l’iscrizione alla Serie A. Motivazione: la crisi economica.
La motivazione viene ampiamente sostenuta nel comunicato ma traspare evidente un calcolo poco sportivo nel ritiro; un calcolo però assolutamente legittimo perché risultante dalle assurde regole imposte dalla Federazione per il prossimo Super10. Un calcolo che potrebbe addirittura puntare a rivedere Calvisano nel più prestigioso Super 12 della stagione 2010/2011.
A Calvisano la possibilità di dover fare il prossimo campionato sotto tono e magari rischiare di retrocedere non piace, per Calvisano non sarà il campo a decidere. Sono finiti i soldi e non possiamo più vincere come prima? Allora andiamo più sotto, li si vince. Poco sportivo, poco vero….poco rugby. Anzi per nulla.
Terzo uomo : il neo-allenatore del VeneziaMestre Rugby Marzio Innocenti
Ex-giocatore, grande cuore petrarchino, l’Innocenti non è ne un eroe ne un santo. Magari tutt’altro. Marzio Innocenti è rugby e punto ma è anche il Dottor Innocenti, otorino-laringoiatra. Il 29 giugno 2009 celebra il nuovo prestigioso incarico nel club veneziano di Super10 con una intervista a Il Gazzettino.
La prima risposta è : “Premiare i giocatori in base all'abilità e al talento, e non per le prestazioni atletiche o per la stazza come fa Nick Mallett sbagliando, chiaro che le due qualità possono sposarsi con il dato fisico. Finirla poi con il malinteso del professionismo, un'illusione dilagata in questi anni nei club, che rischia di danneggiare la vita dei giocatori, molti dei quali sono professionisti solo nel senso che non fanno altro, non in quello che potranno sostenersi giocando”.
Alla domanda “Innocenti ci riveli un particolare della trattativa che lo ha portato a Favaro Veneto”. Ecco la risposta : “Ho richiesto alla Società di allenare in tempi e modi che permetta ai giocatori di studiare e lavorare, anche perchè un giocatore che non lavora né studia mi lascia un po' perplesso…..”
Al centro c’è l’atleta ed il suo futuro, il suo futuro come uomo e non solo nella sua minima versione di rugbista, il progetto segue i ragazzi e non viceversa.
Il rugby educhi alla vita questa la filosofia.
Inutile dire di più …..citiamo Ionesco “Le parole sono macigni, il resto solo chiacchiere”.
Questo rugbista-otorino ha detto parole, nessun altro commento solo un profondo e sincero “Grazie”

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