Questo è il wine blog di Stefano Il Nero, un contenitore indipendente, indisponente ed insufficiente di impressioni sul vino
ed il suo mondo.
Al centro il gusto, la tradizione, il territorio.

mercoledì 14 aprile 2010

CRONACHE DAL VINITALY 2O10: IL CONVEGNO SU WINE&WEB FA FLOP. UNA OCCASIONE PERSA.


Ha fatto flop l’annunciato convegno “Vino web e social network: opportunità e responsabilità”; cosa inusuale per una assise di comunicatori che questi facciano flop comunicando.
Il titolo prometteva scintille ed il moderatore Beppe Giuliano, direttore di Euposia, ci aveva provato ad assegnare ruoli stringenti ai relatori ma questi si son premurati di dichiarar fuga da cotanto ruolo fin dall’inizio di ogni loro intervento per rifugiarsi in una serie interminabile di riflessioni intelligenti con la manifesta intenzione di non disturbare il vicino.
Risultato? Una noia mortale fatta di interventi mediamente fuori centro rispetto al titolo del convegno e di relatori a “tema libero”lontani dalle reali intenzioni della scarsa platea presente. Obiettivi del convegno? Come i risultati : non pervenuti.
Unici lampi alcuni concetti audaci espressi da Filippo Ronco, lasciati cadere con cura dagli altri ed una risoluta e pragmatica freddura fuori dal coro di Francesco Zonin della omonima casa vinicola. Andiamo con ordine e raccontiamo questo fanta-convegno
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Inizia la Brand Manager di Vinitaly, promotore del convegno, dicendo che di fatto il web non rientra nelle strategie comunicative di Vinitaly, sembrava la mattina giusta per dirlo (ma una bugia nooo??), chiedendo scusa si alzerà e se ne andrà subito. Ottimo viatico non c'è che dire!!
Enrico Grazzini, guardandosi bene dall’attizzar falò, dipinge lo scenario: un mondo dove “i cittadini consumatori comunicano direttamente…ed i mezzi di comunicazione di massa tradizionali perdono la esclusiva di intermediazione…dove si creano nuovi monopoli….dove per le aziende non è più possibile comunicare senza internet…la rete dei costi bassi…” Nessuna novità buone nuove.
Francesco Zonin snocciola cifre sul settore vitivinicolo e sulla iniziativa, bella davvero, di MyFeudo, “ la miglior forma di comunicazione che abbiamo per noi produttori è l’enoturista appassionato che passa a trovarci..con lui ci confrontiamo…internet è molto importante perché ci fa comunicare con questo mondo…ma non si può degustare via web!!
Beppe Giuliano emette lamentosità sulla crisi dell’editoria tradizionale e lo Zonin lo sotterra con un lampoil vino non ha mai contribuito alla editoria classica (cita dati puntuali) perché non ne abbiamo mai avuto le risorse non lamentatevi con noi per la vostra crisi”. Knock out.
Ci prova Filippo Ronco, l’artista di Vinix e Tigulliovino, “non tutto quello che è in rete è buono c’è anche spazzatura…internet ha già le sue regole perché è bidirezionale ….se scrivi una sciocchezza ti viene segnalato e vieni segnalato in due minuti questo non vale per la editoria tradizionale ….le persone che utilizzano la rete non hanno bisogno di intermediazione……per questo avere reputazione e credibilità è tutto se si vuol stare sul web…”.
Giampiero Nadali, un uomo chiamato Aristide Blog, negando l’utilità di uno scontro media tradizionali e new media vira sul marketing “la new economy in Italia non esiste.....bisogna conoscere la sintassi della tecnologia….la disintermediazione è competizione non scavalcamento dei media attuali…internet per il vino non è solo comunicazione ma innovazione”.
Raccoglie la palla Gianluca Amadori che dei giornalisti è il Presidente del loro Ordine veneto, forse coglie il clima discontinuo e si accomoda amabilmente susono contro le regole di limitazioni dell’uso della rete…i blog sono da valorizzare…..c’è differenza fra comunicazione e informazione…..chi decide di fare informazione deve essere iscritto all’Ordine….ogni media si ritaglierà il suo ruolo….la trasparenza nella rete è elemento importante….il giornalista quando scrive deve distinguersi e la sua formazione è la base del suo futuro…”.
A questo punto t
utti hanno detto tutto lo scibile con la massima attenzione a non ascoltarsi l’uno con l’altro, nessuno ha interrotto/contestato l’altro, atmosfera ovattata, tutti tranquilli e sono trascorse oltre due ore.
Il tentativo di dibattito imporrebbe il tema se dire “questo vino è scadente..” sia diffamazione o no. Siamo alla frutta, è chiaro. Mi alzo e vado, forse il mondo vitivinicolo deve ancora crescere per “vedere” il web ma il web ringrazi se il mondo vitivinicolo non ha visto questo dibattito.
Ci saranno altre occasioni.

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5 commenti:

  1. Certo, si può far meglio. Peccato però perchè ti sei perso il meglio. Da lì, è intervenuto dal pubblico Lorenzo Biscontin di Santamargherita con un bel gangio destro su vari punti, poi è stata la volta di un giovane redattore di Civiltà del Bere che ho cercato di intralciare un minimo, poi ancora l'intervento dal pubblico di Luicia Barzanò de Il Mosnel, di Luca Ferraro di Bele Casel e di Mario Pojer di Pojer & Sandri.

    Ho interrotto più volte sia relatori che platea per aggiungere un po' di pepe nella seconda parte.

    Ma si, siamo andati decisamente troppo lunghi. Questo il mio parere:
    http://www.tigulliovino.it/dettaglio_articolo.php?idArticolo=6038


    Ciao, Fil.

    Ciao, Fil.

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  2. ....sono andato via dopo Luca Ferraro ma, ho già detto ad altri, un convegno non lo fa il pubblico visionario ma i relatori......

    l'intervento di Biscontin è stato buono, del resto solo un rugbista poteva entrare così leggero pestando così duro (il binomio impossibile wine & rugby non smette di sorprendermi)

    Vedremo di vederci a Vinix Unplugged.. Ciao.

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  3. Oddio, caro Stefano, tutto si può fare meglio eg è perfettibile. E non ci sottraiamo alle critiche. Poi, a me personalmente, non è sembrato così scontato. Quanto alle mie lamentosità...di solito sono considerato un ottimista anche quando vien giù grandine...e non posso lamentarmi di come sta andando la mia attività editoriale tradizionale: +8% nel 2009 sul 2008 e + 64% nella voce vendite edicola/abbonamenti. Il problema vero è che l'industria del vino - e sì, fatemela chiamare così - è più importante della Fiat e non conta un cazzo nella platea economica nazionale proprio in virtù del fatto che non ha mai fatto pesare attraverso la comunicazione il suo peso. Francesco Zonin confermava come il comparto non abbia sostenuto la stampa di settore che, evidentemente, per larga parte vive senza di loro. Non hanno investito sulla carta stampata, non investono sul web, non investono sulla tivù. E poi mi dici che non bisogna iniziare a parlare con loro di comunicazione? Ci abbiamo provato, il prox anno andrà meglio. Del resto, l'alternativa qual era? Perchè a me sfugge. Con simpatia.

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  4. Se può interessare segnalo che oggi pubblichiamo sul nostro sito un’intervista fatta a Beppe Giuliano a seguito del convegno,lunedì in chiusura di Vinitaly: http://www.santamargherita.it/it/news/Intervista_aBeppeGiuliano

    Segnalo anche il sito della WOMMA, per chi fosse interessato ad approfondire gli spunti sull’etica: http://womma.org/main/

    Saluti.
    Lorenzo Biscontin, Direttore Marketing Santa Margherita

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  5. Accidenti, cosa (non) mi sono persa! Ragazzi miei, amici e colleghi, sapete cosa vi manca? - a parte i prodi Filippo e l'uomo chiamato Aristide dalla rete e Giampiero dall'anagrafe italiana - L'esperienza della European Wine Blogger Conference. Ne aveste fatta una, avreste capito che il dialogo tra web e informazione tradizionale è un non-senso. Una sfida alla quale non possiamo sottrarci ma che non possiamo vincere. Perchè web e informazione tradizionale hanno solo una cosa in comune: comunicano (non sempre;spesso). Fin dei punti di contatto. E' un po' come dire che margherite e patate appartengono al regno vegetale e non a quello animale o minerale. Al di la' di questo, gli uni e le altre sono due entità non commensurabili, come si direbbe in matematica. Giusto, anzi (quasi) doveroso il tentativo di questo convegno: conosco Beppe da anni, ed è uno dei giornalisti "convenzionali" (sia pure fino ad un certo punto...) più illuminati, disincantati e aperti attualmente sul mercato. Conosco molto bene anche le dinamiche della Fiera: credetemi, per quanto tutto sia perfettibile, è stato fatto il massimo con il minimo concesso. Sono certe aspettative che erano, forse, un po' sproporzionate. Immagino che tutti, sotto-sotto, si aspettassero il volume di fuoco di un Gaja. Il quale s'è ben guardato dall'affacciarsi in sala. Forse si poteva impostare la discussione in maniera diversa, gestendo diversamente l'ordine degli interventi, forse...forse un sacco di altre cose. La discussione è appena iniziata, e questo è un risultato su cui, penso, siamo tutti d'accordo. Giornalisti e bloggher.

    L.

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