Questo è il wine blog di Stefano Il Nero, un contenitore indipendente, indisponente ed insufficiente di impressioni sul vino
ed il suo mondo.
Al centro il gusto, la tradizione, il territorio.

giovedì 18 novembre 2010

WINE WEB & WINE BLOG: NON VA TUTTO BENE ...MADAMA LA MARCHESA


“Maso rispose che le piú si trovavano in Berlinzone, terra de' Baschi, in una contrada che si chiamava Bengodi nella quale si legano le vigne con le salsicce……e ivi presso correva un fiumicel di vernaccia, della migliore che mai si bevve, senza avervi entro gocciola d'acqua”
(G. Boccaccio - Decamerone)


Salve popolo lettore , sei abbastanza rassicurato ? Sei felice, leggiadro, aureo e rilassato ? Hai visto come tutto va bene nel vitivinicolo? Ma come non li leggi i blog del vino ? Un florilegio di mostre (belle), degustazioni (ottime), nuove guide (interessantissime) e complimenti in formato espanso per chiunque, ma veramente chiunque. Popolo lettore stai sereno va tutto benissimo, sei arrivato nel Paese di Bengodi.
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Ninuno lamenta problemi settoriali, tanto meno una mostra/fiera/degustazione andata male, nessuna guida dice stupidaggini e nessun vino è proprio da buttare via, le degustazioni a tema poi, bhe di quelle è scritto sempre bene; se queste ultime poi propongono vini esteri allora qualcuno apre al visibilio declamando sensibilità tutt’ora sconosciute al settore vitivinicolo, avanguardie declamanti dichiarazioni del tipo “altro che i tannini questi c’hanno il wi-fi!”.
Non ci avete capito niente? Ah bhe, chi ogni tanto passa da questo blog ha già capito: mi lamento della piattezza degli argomenti che la rete propina ai wine-lovers, mi lamento della mancanza totale di idee, della mancanza di dibattito su un qualsiasi povero, misero argomento.
La stessa schiera di wine-blogger che fino ad un paio di anni fa sciorinava idee e rendeva frizzante il wine-web ora partorisce figli unici (tutti perfetti ed educati) a ripetizione, ogni vip-wine-blogger sta poi ben attento a non considerare la esistenza del vicino di blog.
Ognuno dei vip-wine-blogger ha movenza di chi è convinto di essere l’unico wine-blogger al mondo, dietro e davanti ad ognuno di loro sono tutti convinti vi sia un cartello: “Hic sunt leones”.
Qualche scossone qualcuno lo da e c’è forse qualche eccezione, ma non basta.
Approfondiamo però un passaggio e parliamo dei “casi patologici”.
Parliamo di coloro che si lamentano a tutta voce, anzi a tutto blog, del fatto che il mondo del vino non tiene abbastanza in considerazione la rete, per loro la vita dovrebbe essere un buzz o un twitter ed i viticoltori invece si ostinano a zappare la terra.
In verità la wine-rete di oggi è noiosa, dice sempre le stesse cose, pare sia diventata, grazie ai troppi blogger che si occupano di marketing invece che di vino, “solo” (spero di sbagliarmi) un modo per abbindolare clienti
Più i contenuti decadono in una noia mortale più gli amici di cui sopra pensano che la rete sia davvero interessante per tutto il mondo vitivinicolo, perché ? così, alla Totò, “ a prescindere”.
La patologia è evidente, nella loro mente da tempo l’I-Pad si è sovrapposto alla bella immagine di vigna che avevano un tempo, il mezzo ha ampiamente superato il fine, l’obiettivo non è "il gusto" ma la vendita ed ecco allora arrivati puntuali i salamelecchi in rete, per chiunque.
Cari amici wine-blogger bravi ma noiosi svegliatevi! Il wine-web non è un immenso contenitore pubblicitario e trattarlo così è il modo migliore per ucciderne l’esistenza minandone la credibilità. Il blogger è nato per dire, discutere, rilanciare ed amplificare, il wine-web o è una “comunità” espansiva e sapida o perde il suo senso originario, perde il segreto del suo successo, la solitudine non è web.
La community oggi non è tale e, senza community, non c’è www che tenga.
Pensateci.
Adesso fate pure tutto il silenzio che volete, io la mia l’ho detta, senza tema: qui non va tutto bene…. madama la marchesa.
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9 commenti:

  1. Beh, secondo me più che assenza di argomenti perchè tutti cercano di vendere direi che da una parte c'è una chiusura in cerchi di piccole comunità che parlano di cose interessanti "per loro", un po come accade nella vita reale, e dall'altra l'approccio slogan. Nel mezzo ci sono però dei buoni blogger, anzi meglio delle persone interessanti. Ma anche nella vita reale non è che il 95% delle persone che incontri sono interessantissime....forse vale anche in rete?

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  2. Se la rete è come la vita allora hanno ragione coloro che dicono che la rete poi non è nulla di speciale, solo una proiezione.
    Magari non è così facile ma per grandi linee forse non sei distante dalla "soluzione".
    Una cosa sarebbe certo fosse come dici tu ovvero il fallimento totale del mondo blogger che sulla rete doveva/dovrebbe far vivere "qualcosa di più". Uhm uhm.
    E poi c'è anche altro cioè che .........................

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  3. Ho riflettuto a lungo prima di commentare il tuo post.
    Da un lato è vero, è un mondo in cui il business è parte integrante. E certe volte dà l'impressione di essere dominante. Ma non è così anche altrove?
    Dall'altra parte, e ti parlo della mia esperienza non di addetto ai lavori (nella vita faccio tutt'altro) ma da semplice appassionato, vedo una serie di blogger che continuano a propinare argomenti di discussione e di riflessione. Senza stare a fare marchette (diamo il loro nome alle cose, senza tanti giri di parole). Partiamo da una considerazione di fondo: questo è un mondo autoreferenziale per natura e per linguaggio. E perchè, dal di fuori, non tutti si sentono "all'altezza" o hanno voglia di mettersi lì a leggere o a documentarsi proprio per il linguaggio da setta massonica che spesso usiamo (io per primo, sia chiaro). Nei giorni passati ho scritto di quel vino che è in assoluto il più venduto nella GDO, il Tavernello. L'ho degustato proprio nell'ottica di capire perchè rappresenta il 10% delle vendite enoiche della GDO (se ti interessa il post lo troverai sul mio blog).
    E concordo su quanto scrisse Caffarri un paio di sabati fa sull'abitudine, oramai consolidata, dell'essere "amigo anche dal can" per usare un'espressione veneta. Ossia, "tutti buoni tutti fratelli", non serve a nessuno: un po' di sana discussione, motivata, ci sta. Mi è capitato in passato di beccarmi reprimende su recensioni negative con argomentazioni del tipo "rovini il lavoro dei produttori" o "non capisci un ca...." (il che è anche possibile). Quindi, per un po', ho scelto la strada del parlare solo dei vini piacevoli, onde evitare queste polemiche. Però la mia natura mi porta ad essere sincero e quindi ho ripreso, come accaduto in almeno 3 occasioni di recente, di scrivere di vini che non mi sono piaciuti o non mi hanno convinto. Sono nate discussioni, confronti. Tutto fuorchè piatto e noioso. Secondo me il web non è così piatto o in mano agli uomini del marketing. O sono io un ingenuo?
    Grazie per l'ospitalità e scusa per lo sproloquio.

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  4. Difficile generalizzare ma io ritengo che il mondo blogger non sia fallimentare e noioso ma vada nella direzione più congeniale che ogni soggetto amministratore si sceglie, in maniera naturale o condizionata dagli eventi come per tutte le altre circostanze della vita. Cioè ogni blogger decide a che fascia di lettori rivolgersi ! Per qualcuno può risultare monotono e per altri una figata. Utilizzare un linguaggio da setta massonica non è sbagliato se vi appartiene e per lo stesso motivo una discussione tra addetti ai lavori è molto più stimolante e vera che filosofeggiare sul banale. Non ci sono colpe e colpevoli ed ognuno è libero di scrivere quello che vuole e quello che gli può dare più soddisfazione personale o altro. Diciamolo, il gradimento e la gratificazione di chi scrive è misurata dai commenti di persone autorevoli e dai lettori competenti e influenti ed è inevitabile che si cerchino argomentazioni stimolanti e di livello. Però è il gatto che si morde la coda: una nicchia, una cerchia ristretta di individui partecipa alle discussioni e per esperienza le persone poco informate e poco documentate si stufano perché vengono ignorate e in alcuni casi sminuite e mortificate anche se involontariamente. Dal mio punto di vista l’enorete dovrebbe essere più interattiva, rispondere ai commenti anche se sono cazzate, spiegare a chi non ha le idee chiare, essere autoironica, dovrebbe usare anche termini tecnici ma in contesti semplici, comprensibili , il vino è una cosa semplice, è di tutti che tutti bevono e tutti ne parlano. Blog di tutti i tipi in rete sono commentati da tutti dall’estraneo allo specialista ma solo il vino suscita questa soggezione e questo complesso di inferiorità nei confronti di chi ne sa di più. Così facendo si perderanno un po’ di baroni per strada ma è la direzione per andare verso i consumatori.

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  5. Caro Stefano, mi spiace che tu veda piattume e conformismo anche sulla rete. Mi viene il dubbio che ti manchino il sangue&le risse, ovvero quel genere di fare blogging e/o comunicazione (?) che il resto del mondo non wi-fizzato tanto depreca e aborre. Non è vero che va tutto bene, lo sappiamo. Non è vero che è scoppiata la pace tra le guide e i produttori, o tra il web e la carta stampata, e se tu fossi venuto a S.Michele all'Adige, all'ultimo convegno su vino e web avresti assistito alle performance di un Aristide in tenuta di guerra e di un paio di produttori ugualmente incazzosi. Il fatto è che non sempre il "confronto" (chiamiamolo così) resta confinato nella rete, a volte sconfina fuori, nella vita reale, ed è persino più divertente. E poi...e poi, se fosse solo stanchezza? stanchezza fisica. A litigare, a fare gli uomini contro, è una fatica immane. Come disse qualcuno, non partite mai per le crociate se non siete sicuri di poter sopportare il peso dello scudo e della spada. Quando le crociate servono, è giusto farle. Ma... se non servono?

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  6. Cara Lizzy tutto bene a me non mancano certo sangue e risse, a te forse il coraggio e sicuramente il contatto con la realtà.
    Guarda i commenti sopra, quella è la realtà e, pensa un po', forse nessuno di loro era al mega-convegno che tu hai citato (perchè su certe cose internet vale cento volte di più di un cenacolo autoreferenziale).
    Non bisogna litigare per cambiare e le crociate sono sorpassate, basta parlarsi; per questo c'è internet o almeno così dicevano molti wine-blogger prima di diventare vip o prof.
    Adesso non vale più?

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  7. A me manca cosa...?? il coraggio?? no, dico, ma certi post che ho scritto li hai già dimenticati, cancellati, resettati dal computer? E' vero, non ho letto più di tanto i commenti qui sopra (cari tutti, quando imparerete che bisogna essere BREVI anche nei commenti?? e già il mio è troppo lungo, scusate) ma continua a sfuggirmi il senso del tuo post. O forse facciamo semplicemente un uso diverso della rete. Io la uso per condividere informazioni, e stop, non come uno strumento per salvare il mondo. E sì, mi spiace distruggere un mito, ma la rete è "solo" un riflesso del mondo reale. Un insieme di tecnologie usate da esseri umani. Non una bacchetta magica. E nemmeno il Paese delle Meraviglie.

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  8. Un ultimo appunto: ammetto di aver perso un po' il contatto con la realtà-rete, negli ultimi tempi. Perchè mi occupo di vino per professione. E perchè leggo sempre meno italian, e sempre più wine-bloggers esteri. Non per esterofilia, ma perchè da quelle parti i contenuti interessanti (sovr)abbondano. Dopotutto noi italiani siamo una (sparuta) minoranza.

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  9. @Lizzy: hai ragione, bisognerebbe essere più coincisi. Ma non sempre è possibile quando si scrive e si cerca di argomentare le proprie ragioni (o almeno io non ne sono capace). E comunque anche in Italia i contenuti interessanti ed i wine-blogger con le palle non mancano...

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